SERRADIFALCO. È botta e riposta a furia di comunicati stampa tra il portavoce del Movimento 5 Stelle Giuseppe Aronica e il segretario del Pd Graziano Cipollina sulle rispettive proposte in merito alla scelta degli scrutatori per le prossime elezioni europee. Entrambi prevedono di sceglierli tra i disoccupati che ne facciano richiesta. La differenza consiste nel fatto che quella dei pentastellati, prodotta il 18 aprile, non prevede il sorteggio, come quella prodotta una settimana dopo da democratici.
Secondo Cipollina, «la proposta del Partito democratico sugli scrutatori si differenzia da quella dei “grillini” (ed è superiore quanto a imparzialità) perché prevede il sorteggio casuale tra i disoccupati e non la selezione per anzianità di disoccupazione». Per Aronica, invece, si tratterebbe di «un gioco di magia riuscito male. Primo, perché è evidente a tutti che si tratta di un copia-incolla a impronta Pd della nostra proposta. Secondo, perché mette alla luce lo stile “renziano” di fare di tutto e di più, come ad esempio proporre di oltrepassare la chiamata diretta, così come prevista dalla legge in vigore, rimettendo la nomina a un sorteggio casuale». Il segretario del Pd Cipollina, nell’assicurare che «in caso di rifiuto da parte del sindaco», il Pd è pronto a mettere in pratica il suo proposito «anche solo per le quote di competenza in sede di partitoì», afferma: «La nostra rappresenta una semplice e autentica elaborazione dell'assemblea cittadina dettata dal buon senso e dalla capacità di recepire le istanze della popolazione che ci contraddistinguono. Chi è arrivato prima o dopo a noi non importa: la gara per la visibilità non rientra nella nostra scala di valori. Non pretendiamo che la nostra proposta sia "la più giusta".
Più semplicemente speriamo che contribuisca almeno a fare introdurre un sistema d’imparzialità nella scelta degli scrutatori, cosa che a nostro avviso può essere garantita da un sorteggio casuale e non da una selezione "per titoli"». Afferma da parte sua il portavoce dei 5 stelle Aronica: «È ovvio che pretendere di modificare una legge nazionale il 23 aprile è semplicemente una vetrina propagandistica quando invece il Movimento chiede semplicemente di ottenere come requisito ulteriore alla vigente legge la condizione di disoccupazione. In altri comuni questa proposta è stata recepita e attuata, prendendo atto della sua validità».
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