CALTANISSETTA. Senza stipendio da quattro mesi i dipendenti dell’Ato ambiente Cl1 decidono di avviare il pignoramento contro la società. Dieci quelli di loro, in servizio presso la sede centrale del capoluogo dell’Ato, che hanno già preparato le carte bollate. Altri potrebbero farlo oggi, al ritorno al lavoro dopo le festività. Tutti col legale di fiducia messo gratuitamente a disposizione dai sindacati. Due di essi, in particolare, la Cgil e la Uil, poi, stanno valutando l’ipotesi di una azione legale nei confronti della nuova “SRR” se non saranno convocati dal Cda della struttura. Ricordano, a tal proposito, Michele Ferro, Rsu della Fp Cgil, e il Segretario organizzativo della Uil Temp, Andrea Morreale: «Le organizzazioni sindacali devono essere chiamate a concertare col Cda il passaggio del personale dall’Ato in liquidazione alla nuova “Srr”. Ci aspettiamo di essere finalmente convocati per discutere su fatti concreti che incidono sul futuro della struttura: Piano d’ambito, Piani d’intervento, passaggio del personale alla nuova Srr». L’azione legale, per presunto comportamento antisindacale, sarebbe avviata nel caso l’incontro con i sindaci, che i sindacati hanno già chiesto di svolgere davanti al Prefetto, non dovesse avere esiti per loro positivi. «Altro grave problema da non sottovalutare – aggiungono Ferro e Morreale – riguarda la scadenza al 30 aprile dei contratti di circa 31 operatori a tempo determinato che prestano servizio nell’ambito. Altro elemento che rischia di trascinare nel caos il settore rifiuti nella parte nord della provincia nissena, oltre che creare nuova disoccupazione, se non s’interviene tempestivamente». Intanto, i 136 dipendenti dell’Ato, dislocati in 14 comuni, da 4 mesi lamentano quattro mesi di stipendi arretrati. L’ultimo loro pagato risale, infatti, al dicembre dello scorso anno. La causa del ritardo sarebbe legata ai sempre più gravi problemi di liquidità della società. «L’oramai collaudato gioco del rimpallo delle responsabilità – commentano a tal proposito Ferro e Morreale – sta portando al tracollo finanziario l’Ato. E ad avere avuto la peggio sono i dipendenti». Oltre agli stipendi, la società d’ambito da un mese circa non pagherebbe nemmeno le bollette della luce e i diritti all’“Albo gestori ambientali”. In quest’ultimo caso, se così fosse, si rischia il blocco d’impianti e mezzi per il servizio d’igiene urbana.