GELA. I metalmeccanici dell’indotto della fabbrica del colosso energetico Eni ieri hanno incrociato le braccia. Si sono dati appuntamento sotto le ciminiere della Raffineria dove hanno organizzato un sit-in pacifico alla presenza dei segretari provinciali di Fiom, Fim, Uilm e Ugl. Alla base della protesta la rivendicazione del posto di lavoro, dei diritti dei metalmeccanici acquisiti negli anni e l’investimento di 700 milioni di euro annunciato dai vertici dell’azienda cane a sei zampe.
Unica nota dolente, la scarsa permanenza al sit-in dei lavoratori che comunque non hanno lavorato. Intorno alle 11 erano di più le bandiere delle sigle sindacali che i manifestanti. Lo sciopero annunciato dai sindacati è stato preceduto, mercoledì pomeriggio, dall’incontro chiarificatore avuto con i vertici della Ergo Meccanica, l’impresa che insieme alla Sicilsaldo si è aggiudicata il contratto quadro di manutenzione tra le isole del petrolchimico. Gli amministratori della Ergo Meccanica, Orazio e Giuseppe Scerra, dopo avere ignorato più volte le convocazioni presso l’ufficio del lavoro di Caltanissetta, hanno confermato la loro disponibilità a assumere i lavoratori delle imprese che si sono occupate fino ad oggi delle manutenzioni. L’incontro si è svolto nella sede dell’Irsap (ex Asi) presso la zona industriale di contrada Brucazzi. Convocato dai segretari delle organizzazioni sindacali di Fim Cisl, Fiomm Cgil e Uilm Uil, hanno partecipato Carmelo Turco, presidente di Confindustria Centro Sicilia, Graziano Quagliarello (Confindustria) e gli amministratori delle imprese. L’incubo della disoccupazione investe, in questa circostanza, circa 130 lavoratori provenienti per lo più dalle imprese Smim e Tucam. I primi hanno esaurito anche la cassa integrazione, mentre 40 lavoratori della Tucam hanno ricevuto una lettera di preavviso di licenziamento. «Allo stato attuale - spiegano i segretari Orazio Gauci, Nicola Calabrese e Angelo Sardella - gli imprenditori che si sono aggiudicati l'appalto non applicano contratti di secondo livello. Stanno vagliando tutte le soluzioni proposte. Noi, comunque, rimaniamo in stato d'agitazione e lo straordinario in fabbrica non sarà svolto. Lo facciamo per tenere alta l'attenzione a tutti i livelli».