GELA. Sono 51 i minorenni trasferiti nelle comunità dal tribunale a seguito di provvedimenti restrittivi. A questi si aggiungono anche 2 maggiorenni e una donna. La maggior parte di loro sono stranieri, vittime di violenze familiari tra le quattro mura domestiche. Un costo per l’amministrazione comunale in continuo aumento che rischia di sfociare in riconoscimenti fuori bilancio. A lanciare l’allarme è il dirigente del settore Servizi Sociali, Maria Morinello, firmataria, insieme al dirigente al Bilancio, di un provvedimento di 240 mila euro equivalente alla retta delle mensilità di marzo e aprile da corrispondere alle comunità accreditate. Per far fronte a questa emergenza il Comune è costretto a sborsare ogni anno quasi un milione e cinquecentomila euro. I provvedimenti spesso investono anche le donne vittime di violenza. «Esiste un problema forte di protezione di minori e spesso delle loro mamme – spiega la dirigente Morinello - In quest’ultima circostanza l’onere delle mamme non è corrisposto dalla Regione anche se noi non possiamo tirarci indietro. Appena finiremo i fondi disponibili in Bilancio vedremo. La Regione dovrebbe rimborsare l’80 per cento delle somme destinate al mantenimento dei provvedimenti adottati dal Tribunali dei minori di Caltanissetta. Purtroppo negli ultimi tre anni riceviamo solo acconti e rimborsi appena superiori al 30 per cento dell’intero ammontare. Come Comune stiamo offrendo protezione a tutto spiano ma sappiamo di correre il rischiamo di dovere chiedere un riconoscimento di debito fuori bilancio». Le comunità socio assistenziali iscritte all’albo del Comune per accogliere sia i minori che altri soggetti raggiunti da provvedimenti giudiziari sono 14. Di queste solo 2 sono locali e appena 4 possono contare di una comunità in città. «Non ci sono stati dismissioni – incalza Ugo Costa, assessore ai Servizi sociali – Il dato è in continua mutazione e legato non solo a emergenze criminali ma spesso a fattori di natura sociale. Ci sono genitori violenti o con problemi».
Quando si parla di violenze tra le mura domestiche l’indice accusatorio è puntato dritto sulle nuove comunità rumene che vivono in città. «C’è un’oscillazione – conclude “Maria Morinello – Siamo arrivati a garantire anche 58 minori che in alcuni periodi sono scesi a 43. È indubbio che siamo al cospetto di una emergenza minorile e femminile legata alle mamme. Spesso sono romeni, non ultimo quel genitore che per due volte ha minacciato di lanciare la figlia di due anni dal balcone. Sappiamo solo che dobbiamo farci carico anche di loro».
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