GELA. Clima rovente sotto le ciminiere della Raffineria, dove le organizzazioni sindacali hanno annunciato per lunedì un’assemblea dei lavoratori interessati al contratto quadro delle manutenzioni. Quaranta metalmeccanici dell’impresa Tucam riceveranno un preavviso di licenziamento per giusto motivo oggettivo (Gmo). Alla base della decisione, adottata dai vertici dell’azienda appartenente al gruppo Sud Elettra, la perdita del contratto quadro di manutenzione degli impianti del petrolchimico del colosso energetico del «cane a sei zampe».
Contestualmente, due lavoratori della Cosmi Sud, sono stati sospesi perché sorpresi a operare senza il rispetto delle condizioni di sicurezza. Per uno dei due è stato emesso un provvedimento restrittivo, con la sospensione a tempo indeterminato. Pare che il lavoratore si fosse sporto da un ponteggio in altezza. Due mesi di sospensione sono stati inflitti al suo collega. Sono stati fotografati entrambi dai dipendenti della ditta Sertec, incaricata dai vertici Eni a monitorare il rispetto delle norme sulla sicurezza di uomini e mezzi tra le isole della Raffineria.
Solo ventiquattrore prima una rappresentanza di lavoratori della Smim, altra impresa uscita fuori dal contratto di manutenzione degli impianti, si era data appuntamento davanti i tornelli della fabbrica per incontrare Nicola Calabrese (Uilm Uil) e Angelo Sardella (Fim Cisl). Gli esponenti sindacali di categoria hanno più volte posto l’accento sul rispetto delle norme in materia di sicurezza.
I toni si sono inaspriti negli ultimi mesi caratterizzati da un incendio e, soprattutto, dall’infortunio sul lavoro costato la vita a Antonio Vizzini di 54 anni, operaio dell’impresa Ponzio & Lorefice. Le indagini della magistratura sono ancora in corso e mirano a verificare eventuali responsabilità. Lo scorso anno, invece, all’imbocco del pontile che conduce al Porto isola aveva trovato la morte Francesco Romano, dipendente della Cosmi Sud. A distanza di sedici mesi il processo è in fase di udienza preliminare.
Si ipotizza per il 28 aprile un incontro tra le organizzazioni sindacali di categoria e i vertici aziendali presso l’ufficio del lavoro. «Non è escluso che verranno coinvolti in assemblea generale tutti i lavoratori dell’indotto – assicura Angelo Sardella, Fim Cisl – Verranno informati su tutte le dinamiche che non sono consone alle giuste relazioni industriali tra imprese e sindacato al fine di ristabilire il giusto equilibrio tra occupazione e attività produttiva del sito industriale. In un momento molto delicato dove non è responsabile fare fughe in avanti».