SERRADIFALCO. Il Comune si trova già in dissesto finanziario. Non fosse altro perché la procedura del cosiddetto «pre dissesto» non può essere avviata, essendo scaduti i termini. È quanto emerge nel comunicato stampa diffuso dal presidente del collegio dei revisori dei conti. Con il quale Alida Marchese afferma anche che «la Corte dei conti e il Collegio dei revisori sono tuttora in attesa di conoscere i provvedimenti correttivi delle criticità» che l’organo di giustizia contabile avrebbe mosso sui bilanci di previsione e consuntivo del 2012. Condizioni critiche delle finanze comunali che, secondo la presidente del collegio dei revisori, si riverbererebbero sul bilancio di previsionale 2013, ancora da approvare. Contrariamente, sempre secondo Marchese, si vorrebbe «lasciar intendere all’opinione pubblica e ai consiglieri comunali che si dovranno comunque esprimere in merito».
Il presidente dei revisori, quindi, smentisce che, una volta approvato il previsionale e il consuntivo 2013, i debiti del Comune potranno essere pagati entro il 2023 con la procedura del cosiddetto pre-dissesto. Per far ciò, sempre secondo Marchese, i due bilanci «andavano approvati entro i termini di legge (rispettivamente il 30 novembre 2013 e il 30 aprile 2014)». Secondo la presidente, poi, le controdeduzioni sul «parere non favorevole» dei revisori sulla bozza del bilancio di previsione 2013 rese al commissario ad acta Nicolò Lauricella dal ragioniere capo del comune Elio Cirrito sarebbero state rese «in maniera alquanto bizzarra e inusuale» e non avrebbe «rilievo giuridico, in quanto il controllato non può assurgere a censore del suo controllore».
Marchese, quindi, «a difesa delle prerogative del collegio dei revisori», scrive: «Non si può, però, fare a meno di biasimare i comportamenti sia del sindaco, sia del responsabile dell’area finanziaria. I quali, quando i pareri dei revisori non sono in linea con i loro desiderata, non trovano altro modo se non quello di tentare di screditare l’organo di revisione, nonostante il collegio abbia in tutti i modi cercato di trovare soluzioni concordate nell’interesse dell’Ente e della collettività. Peraltro questi comportamenti, da parte di entrambi i soggetti, non sono nuovi».