SERRADIFALCO. Il consiglio comunale non sarà sciolto. Almeno per il momento. Intanto, però, è polemica tra il presidente dell’assise Carmelo Magro Malosso e il sindaco Giuseppe Maria Dacquì.
Al primo cittadino, il presidente del massimo consesso civico rimprovera una sorta di repentino cambio di certificazione sull’esistenza in vita del consiglio comunale. Che per Magro Malosso, però, «non ha mai cessato le sue funzioni». Pur se in questo momento in carica ci sono solo sette membri, sui quindici assegnati, a seguito delle recenti dimissioni di due consiglieri di maggioranza che sono seguite a quella precedente dalla lista precedente e alle dimissioni in massa di due anni fa della minoranza.
A certificare che l’assemblea può surrogare i consiglieri di Semplicemente Serradifalco dimissionari con gli ultimi tre non eletti della lista, informa il presidente del consiglio, «è stata la segretaria comunale Valentina La Vecchia, dopo essersi confrontata con l’assessorato regionale autonomie locali». Nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale, convocata giusto per surrogare i tre membri dimissionari, i consiglieri presenti avevano deciso di rinviare i lavori a data da destinarsi. Dopo, cioè, l’arrivo di chiarimenti da parte della segretaria e dei funzionari regionali. A inizio lavori, infatti, era giunta una missiva, con la quale il sindaco Dacquì chiedeva se il consiglio comunale «dovesse considerarsi decaduto» a causa delle dimissioni e, quindi, del «venir meno (anche se temporaneamente) del quorum strutturale».
La nuova seduta del consiglio comunale, con all’ordine del giorno la surroga dei tre consiglieri di maggioranza dimissionari, potrebbe essere convocata prima delle prossime vacanze pasquali. Solo se anche questi, come i tre che li precedevano, dovessero rinunciare, il consiglio comunale sarebbe sciolto. Per il momento, però, come assicura Magro Malosso, «si continuerà sulla strada già tracciata da questa presidenza del consiglio. Così come avevamo iniziato a fare, convocheremo i non eletti per surrogare i dimissionari»..
Detto ciò, il presidente Magro Malosso polemizza con il primo cittadino. «Mi dispiace constatare che il sindaco Dacquì un giorno mostri scarso attaccamento al consiglio comunale e dopo, forse capendo di essersi sbagliato, scriva una lettera alla segretaria comunale chiedendo di salvare il consiglio comunale e di farlo in fretta. Può però stare tranquillo, perché c’è chi difende il consiglio comunale. Fin dal primo giorno».
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