Mafia, 12 arresti dopo 25 anni a Caltanissetta Svelati retroscena della "guerra" nel Nisseno
CALTANISSETTA. Con l'inchiesta San Valentino-Revenge, che ha portato a 12 ordini di custodia in carcere, la squadra mobile nissena, diretta da Marzia Giustolisi, ha svelato diversi episodi della guerra di mafia dell'inizio degli anni '90 nel nisseno tra Cosa nostra e Stidda,
con faide tra opposte fazioni o al loro stesso interno. Gli investigatori con un lavoro certosino di rilettura di vecchissimi fascicoli e col confronto di alcuni particolari degli omicidi alla luce delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia registrate nel corso degli anni, sono convinti di aver individuato mandati e esecutori materiali, degli omicidi di Giuseppe Vacirca, Gaetano Campione, di Francesco Pepi, e del tentativo di omicidio di Rocco Filippo Riggio, ricostruendone il contesto. Non sarebbe completamente svelato il preciso movente
dell'uccisione di Pepi che era titolare di una grossa azienda di agrumi e carciofi a Niscemi, senza legami mafiosi. Il movente della sua uccisione - dicono gli investigatori - non è stato
ricostruito con assoluta certezza. L'uomo potrebbe non aver voluto pagare il pizzo ma pochi giorni prima di essere ucciso, «aveva intimato apertamente ai suoi concorrenti di munirsi
delle autorizzazioni necessarie all'esercizio della loro attività, altrimenti li avrebbe denunciati». Secondo gli investigatori, il killer sarebbe stato Alessandro Barberi. Nell'inchiesta sono confluite le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Antonino Pitrolo, Ciro Vara, Gaetano Trainito, Emanuele Celona, Angelo Celona e Giuseppe Trubia.