GELA. La Raffineria di Gela ha bloccato la linea di produzione del greggio. Lo ha fatto ieri pomeriggio con una convocazione ufficiale. Rimangono in marcia, ma a regime ridotto, la centrale termoelettrica (Cte) e gli impianti utilities. Cioè, quelli indispensabili al fabbisogno della fabbrica del colosso energetico Eni di contrada Piana del Signore a Gela. È stato Bernardo Casa, amministratore delegato di Ra.Ge. (Raffineria Gela), ieri, a convocare i rappresentanti delle segreterie sindacali di categoria.
Dalle 16 di ieri, con un provvedimento urgente, è stata sospesa l’attività di raffinazione delle benzine, avviando la fermata dell’unica linea che era ancora in produzione. Alla base della decisione di Casa ci sarebbero ritardi burocratici e sequestri per incidenti che hanno influito all’avvio dei finanziamenti annunciati da Eni. Mentre rimangono al palo i circa 700 milioni di euro per riconvertire gli impianti e avviare la produzione di gasoli all’avanguardia da destinare all’autotrazione, il colosso del cane a sei zampe avrebbe evidenziato un’eccessiva perdita economica della Raffineria. La decisione di ieri potrebbe avere serie ripercussione anche per i mille dipendenti della fabbrica. Gli esponenti sindacali di categoria hanno immediatamente convocato il consiglio della Rsu che si riunirà sotto le ciminiere del petrolchimico venerdì prossimo. «È stata avviata la fermata parziale per evitare un blocco di emergenza – fanno sapere dalla Raffineria – Si tratta di un rallentamento degli impianti con la concreta ipotesi della fermata totale. Restano in marcia a regime ridotto la Cte e gli impianti utilities».
Il segretario della Uiltec, Silvio Ruggeri, raggiunto telefonicamente, auspica un’azione giuridica più veloce, facendo riferimento al sequestro ordinato dalla magistratura a seguito dell’incendio l'area tubazioni della Raffineria, di collegamento degli impianti topping1 e coking1, a causa di una perdita di prodotto idrocarburico. «Predo atto della decisione aziendale di fermare la Raffineria di Gela – spiega Ruggeri –. Solidarizzo con i lavoratori e con l’azienda per la delicata decisione assunta che da quanto appreso fa riferimento alle questioni legate alle indagini della magistratura. Essendo io e i lavoratori soggetti terzi, seppure comprensibilmente toccati dal fermo tecnico della produzione deciso dall’azienda, auspico l’immediata risoluzione della problematica giuridica sottostante al sequestro della sezione degli impianti. Sono certo che l’azienda farà di tutto per rendere operativi gli impianti nel più breve tempo possibile». «Rimane in marcia soltanto una caldaia per garantire le strumentazioni. Viene fermata la produzione delle benzine – conclude Francesco Emiliani, Femca Cisl -. Abbiamo convocato il consiglio delle Rsu perché Casa ha lamentato la difficoltà di avviare gli investimenti nel territorio, rallentati da sequestri, tar e cattivo tempo. L’azienda è preoccupata perché lavoriamo in perdita».
La Raffineria di Gela blocca la produzione
Sospesa l’attività di raffinazione delle benzine, restano in marcia a regime ridotto la centrale termoelettrica e altri impianti. Alla base della decisione ci sarebbero ritardi burocratici e sequestri per incidenti che hanno influito sul «via libera» ai finanziamenti annunciati dall’Eni
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