SERRADIFALCO. Nel parere espresso e sottoscritto dai revisori dei conti, accanto al nome del presidente dell'organo, fra parentesi, è scritto "pazzoide" e per il sindaco ciò farebbe capire "come l'approccio al bilancio sia stato poco serio e credibile. E, ovviamente, poco sereno".
Giuseppe Maria Dacquì parla di "un atteggiamento inqualificabile e irrispettoso nei confronti dell'ente e dell'organo di revisione". E afferma che "se si è trattato di uno scherzo di pessimo gusto, conferma l'atteggiamento dei revisori; se, invece, lo stesso estensore ha voluto far riferimento a una non meglio precisata qualità, ciò sarebbe inquietante".
Il primo cittadino definisce l'episodio "la ciliegina sulla torta" del parere negativo espresso dall'organo di controllo sul consuntivo 2013. Che sarebbe stato "reso dopo tre mesi e mezzo" e che conterrebbe "una serie d'inesattezze e incongruità". Su due delle quali, poiché "troncanti e dirimenti", si sofferma: "Primo, è infondato che sia stato erogato il trattamento accessorio, in assenza della costituzione del fondo per la contrattazione integrativa, ai dirigenti; poiché al Comune non ce ne sono e perché il Fes è stato istituito. Secondo, i revisori hanno convenienza politica nel rimembrare la vicenda dell'indennità di carica percepita nel 2012, poiché non ha connessione col bilancio 2013 e perché uno dei revisori in passato, da amministratore comunale, ha percepito l'indennità di funzione nelle stesse forme di due anni fa".
Pronta la replica del presidente dei revisori dei conti Alida Marchese: "Il sindaco cerca di spostare l'attenzione su un disguido e non sul contenuto della relazione dei revisori. Non aver fatto presente tutta la verità rispetto a quanto accaduto, denota ancora una volta tutta la sua malafede, poiché sa benissimo che s'è trattato di un mero errore, che non cambia la sostanza del parere, commesso dal collaboratore di un revisore che ha trasformato la parola presidente in pazzoide. Il sindaco, però, non ha detto che lo stesso collaboratore, resosi conto del refuso, dopo avermi chiesto scusa, si è recato dalla segretaria comunale per comunicarle l'accaduto e che i revisori hanno successivamente trasmesso una lettera in cui si chiede di sostituire le pagine che contengono l'errore. Evidentemente, il sindaco vuole accreditare se stesso, screditando i revisori e distogliendo l'attenzione dell'opinione pubblica da chi ha commesso fatti gravi. Piuttosto che fare gossip, farebbe meglio a preoccuparsi delle criticità mosse dalla Corte dei conti e per le quali è da dieci giorni che chiedo, invano, i dati riferiti al 2012. Evidentemente, piuttosto che preoccuparsi di rispondere, si diverte a offendere i revisori".
Marchese, infine, informa che sta valutando "la possibilità di querelare per diffamazione sia chi ha commesso l'errore, anche se in buona fede, sia chi l'ha reso pubblico". Cioè il sindaco. Si apre, insomma, un altro fronte di guerra.