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Caltanissetta, lavoratore Rmi prende a pugni un impiegato

Una parola tira l’altra fino all’inaspettato epilogo con un sonoro ceffone elargito, senza tanti complimenti dal lavoratore del reddito minimo al dipendente

CALTANISSETTA. È finita a baruffa ieri mattina negli uffici della solidarietà sociale di via Mauro Tumminelli. Un lavoratore del reddito minimo di inserimento ha aggredito, prima verbalmente e poi con un pugno un dipendete del comune che si occupata dei lavoratori Rmi. Una discussione subito degenerata per qualche parola fuori posto. Il dipendente comunale dopo avere incassato il pugno è stato accompagnato al pronto soccorso per farsi refertare. Il beneficiario Rmi aveva chiesto all’impiegato spiegazioni in merito ad alcune ore di lavoro regolarmente svolte che però fino al quel momento non gli erano segnate sul registro delle presenze che,invece, secondo il dipendente del comune gli sarebbero state segnate successivamente. Poi una parola tira l’altra fino all’epilogo che si è concluso, come detto, con un sonoro ceffone elargito, senza tanti complimenti dal lavoratore del reddito minimo. E siamo a due, dopo l’aggressione subita qualche mese addietro dall’assessore alla Solidarietà Sociale Giuseppe Firrone bersagli di alcuni lavoratori Rmi che lo hanno aggredito nella «Sala gialla» del comune. Firrone è uscito indenne da quell’episodio grazie al pronto intervento dei Vigili Urbani che hanno fatto quadrato attorno all’amministratore. Qualche mese addietro si sono ristrette la maglie per i lavoratori del reddito minimo di inserimento che prestano la loro attività nei diversi settore dell'amministrazione comunale. Si tratta complessivamente di 120 assistiti di cui circa la metà potrebbero rischiare di perdere definitivamente o quasi il contributo che il comune, per conto della Regione, eroga mensilmente in cambio della loro prestazione lavorativa. Una strettoia che a conti fatti ha portato alla perdita del beneficio per alcuni lavoratori mentre ad altri beneficiari è stato pesantemente decurtato il contributo mensile. Le direttive delle Regione sui lavoratori del reddito minimo lasciano pochi margini di manovra e legano in pratica le mani degli amministratori. In ossequio alle disposizione della Regione, infatti, i beneficiari del reddito minimo dovrebbero essere privi di reddito o averlo non superiore alla soglia dei 278,89 euro al mese per una persona che vive da sola. In presenza invece di un nucleo familiare composto da due o più persone la soglia del reddito veniva determinata sulla base di una scala di equivalenza. Annualmente i beneficiari erano e sono tenuti a presentare istanza di ammissione ai cantieri allegando la documentazione del comprovato possesso dei requisiti. Attraverso controlli incrociati della documentazione presentata dai beneficiari e ed accertamenti telematici con l'Inps, sarebbe emerso che alcuni redditi dichiarati sarebbero "falsi" o comunque per nulla corrispondenti a quelli richiesti dalla Regione per cui secondo tale verifica 13 beneficiari risulterebbero di possedere un reddito superiore alla soglia prevista e andrebbero quindi sospesi dal lavoro.

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