CALTANISSETTA. «C'è un'imprenditoria criminale che sta avvelenando il mercato legale attraverso una sistematica evasione fiscale e una concorrenza sleale favorita dall'abbattimento dei costi che si ottiene scaricando le fatture false emesse da società-cartiere, la cui vita media, per non essere scoperte subito, non supera i 12 mesi». Lo ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, colonnello Lello Pisani, illustrando ai cronisti i particolari dell'operazione «Stack of Paper», che ha portato all'arresto nei giorni scorsi di 5 persone (tre in carcere e due ai domiciliari) e alla denuncia a piede libero di altri nove indagati nell'ambito delle indagini su una presunta frode fiscale da 7 milioni di euro, ed in particolare accusati di omesso versamento dell'iva per 3 milioni, indebita compensazione di crediti per 2 milioni di euro, occultamento e distrazione di scritture contabili, creazioni di falsi verbali assembleari. Al centro della vicenda un'azienda la «Metal Impianti», che avrebbe usufruito di centinaia di fatture false, comprese alcune emesse da una fantomatica ditta che gestiva un centro di estetica. In carcere sono finiti Antonio Palena, Emanuele Ganci e Pietro Caruso. Arresti domiciliari invece per il commercialista Fabio Paolo Fasulo e per Roberto Li Calzi, definito «testa di legno», ovvero prestanome. Il procuratore della Repubblica del tribunale di Gela Lucia Lotti, che ha chiesto e ottenuto dal Gip l'emissione dei provvedimenti cautelari, ha evidenziato che «questi fenomeni predatori danneggiano la collettività perchè sottraggono ingenti risorse finanziarie allo Stato» e per impedire che gli autori godano di una sorta di impunità, ha sollecitato il legislatore a «intervenire sui termini di prescrizione dei reati specifici».