CALTANISSETTA. Due fanno scena muta gli altri respingono le accuse. Sono le differenti strategia difensive adottate ieri dai coinvolti nel blitz «Colpo di grazia», su mafia ed appalti, comparsi dinanzi il gip Marcello Testaquatra per l’interrogatorio di garanzia. Bocche cucite, quelle del reggente della famiglia mafiosa nissena Angelo Palermo (difeso dall’avvocato Michele Micalizzi) e del funzionario dell’ex Asi, Salvatore Dario Di Francesco (assistito dall’avvocato Danilo Tipo). Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'ARTICOLO COMPLETO SULL'EDIZIONE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI.
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