CALTANISSETTA. Il primo che arriva apre la porta e l'ultimo chiude. Saranno queste le nuove direttive che arrivano da palazzo del Carmine per la gestione degli impianti sportivi, mentre ieri sera in piazza Garibaldi le società sportive di calcio, Atletico Caltanissetta, Sporting Nissa e altri club, per protesta contro il costo degli impianti, hanno effettuato degli allenamenti in piazza all'ombra della fontana del Tritone. I due provvedimenti (apertura e chiusura degli impianti a cura delle società sportive e il nuovo tariffario sull'utilizzo delle attrezzature sportive e delle relative utenze, luce, gas ed acqua in minima parte) scaturiscono dalla necessità per il comune di battere cassa e dalla impossibilità di pagare lo straordinario dei dipendenti. Attualmente il comune per le gestione dello stadio Palmintelli spende mediamente oltre cinquantamila euro all'anno comprese le spese di luce, acqua e gas. Le tariffe per questa struttura sono di dieci euro senza illuminazione e venti euro con la luce artificiale; le spese invece per la gestione stadio Tomaselli raggiungono la modica cifra di quasi sessantamila euro all'anno, senza contare i costi derivanti dalla rigenerazione del terreno di calcio che ammontano a circa 30 mila euro e quelli derivanti dall'impianto di videosorveglianza. L'impianto viene regolarmente utilizzato dall'Atletico Caltanissetta e dalla Nissa Rugby. Le gestione del Palacanizzaro è di poco superiore ai tredicimila euro all'anno e lo scorso anno l'amministrazione ha speso più di trentamila euro per eliminare le perdite di acqua. Al Pian del Lago Due di recente liberato dalla presenza degli extracomunitari sono attualmente in corso i lavori di normale manutenzione di pulizia della struttura. Nella palestra Palamilan ex Chiarandà,i costi sono decisamente ridotti rispetto alle altre strutture: circa quindicimila euro per i servizi acqua e luce anche se diversi quattrini sono stati spesi per interventi di ordinaria manutenzione. A fronte dei costi di gestione, per cui ieri sera le società sportive sono scesi in piazza per protestare, chiedono maggiore efficienza nella erogazione dei servizi a partire dalla tracciatura e sistemazione della superficie del Palmintelli i cui costi attualmente sono in nero ed a carico delle società che lo utilizzano, cosi come avviene di norma anche nella erogazione dei servizi in altre strutture sportive comunali. A fronte delle richieste del Comune che pretende il pagamento degli impianti, le società hanno chiesto una proroga per iniziare a pagare a partire dalla prossima stagione agonistica. Rispetto agli anni passati tutte e società sportive, per effetto dello spending review, non ricevono più contributi da parte della provincia, nè dalla Regione (abolita la tabella H) e nemmeno dal comune. Dall'amministrazione comunale però fanno sapere che anche le casse dal comune sono a secco e da quì la decisione di affidare l'apertura e la chiusura degli impianti alle società sportive per evitare il pagamento delle ore di straordinario ai dipendenti. Qualche giorno addietro il funzionario del comune addetto alle strutture sportive ha recapitato una lettera di diffida a tutti i rappresentanti delle società per invitale al pagamento di quanto previsto con delibera dal comune, diversamente non potranno utilizzare le strutture. In pratica, tra comune e società, è in atto un vero e proprio braccia di ferro: il primo reclama il pagamento delle tariffe, mentre le società chiedono maggiore efficienza nei servizi ( pulizia degli spogliatoi e tracciatura del campo che resta a loro carico)e una minore pressione fiscale.
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