SAN CATALDO. Il segretario generale della Cisl-Fp delle tre province, Caltanissetta, Agrigento ed Enna, Gianfranco di Maria, tuona contro i vertici della ditta "Progetto Vita" di Caltagirone, che hanno riaperto l'ex Ipab, "Canonico Pagano" i quali a una settimana dall’apertura della struttura hanno reimpiegato solo sei dei venti operatori socio-sanitari, che per anni hanno prestato servizio all'interno della ex casa di riposo.
Una questione che non va giù a Di Maria, il quale ha telefonato più volte al presidente del consorzio di cooperative, Pietro Biondi, per ottenere delle spiegazioni, ma - sostiene - ”al telefono non ha mai risposto nessuno“. I pochi operatori presi dalla ditta, sempre secondo il sindacalista, svolgerebbero dei turni di lavoro che variano dalle 10 alle 12 ore. Un turn over massacrante, che non premetterebbe di accogliere come si deve i 58 migranti arrivati dal centro di accoglienza di Caltanissetta.
"Tra gli operatori lasciati fuori - dice Gianfranco Di Maria - ci sono diversi che parlano l'inglese e che potrebbero dialogare con gli immigrati offrendo loro un sostegno morale, prima che fisico. Non so perché la ditta abbia deciso di lasciare fuori 14 operatori altamente qualificati. Al di là dell'aspetto economico, si deve fornire assistenza ai migranti, con personale qualificato, che li faccia sentire ben accolti in una realtà nuova come quella sancataldese. Ho provato a mettermi in contatto con il presidente Biondi della Progetto Vita ma il telefono squilla a vuoto. Spero che nei prossimi giorni la ditta mi smentisca e faccia tornare al lavoro gli operatori che al momento sono parcheggiati, altrimenti sarò costretto a scrivere al prefetto, Carmine Valente, al commissario straordinario Licia Donatella Messina e al commissario straordinario dell'Ipab Roberto Lauricella, per metterli al corrente di quanto sta accadendo. Non si può scherzare, in un momento come quello che stiamo attraversando, con il lavoro degli altri e neanche con l'accoglienza per coloro che arrivano da oltremare, scappando da guerre, carestie e fame. Ritengo sia necessario far rientrare al più presto gli operatori lasciati fuori - conclude il segretario sindacale - tralasciando momentaneamente l'apetto economico e fornendo la migliore assistenza possibile per gli immigrati".