CALTANISSETTA. Altra giornata di caos automobilistico a Pian del Lago e dintorni per la protesta di oltre cento cittadini pakistani iniziata mercoledì mattina. Si sono distesi per terra e hanno trascorso la notte all'addiaccio, per una manifestazione assolutamente pacifica ma dagli effetti pesanti non solo per il traffico ma anche per gli stessi operatori del centro d'accoglienza impossibilitati ad uscire, o ad entrare, se non a piedi dalla struttura. Mai in passato una protesta dei richiedenti asilo aveva avuto una durata così lunga anche se, stavolta, gli animi non si sono surriscaldati. La rabbia dei centotrenta pakistani scaturisce dal mancato accoglimento della richiesta di permesso di soggiorno per nove di loro che non avevano, a quanto pare, i requisiti per ottenerlo, mentre è stato concesso ad altri quattordici. La "disparità di trattamento", come hanno detto, ha spinto non solo i diretti interessati ma anche altri connazionali - tutti originari del Punjab, regione a nord del Pakistan - ad inscenare la manifestazione protrattasi fino a ieri pomeriggio quando, dopo l'ennesimo colloquio con il vice prefetto Gabriele Barbaro, hanno sospeso il blocco rientrando nei padiglioni. Hanno voluto in tal modo sensibilizzare la sezione prefettizia (presieduta dallo stesso Barbaro) incaricata di valutare preliminarmente le singole posizioni dei richiedenti asilo e di esprimere un parere sulla concessione dei permessi di soggiorno o di protezione umanitaria. Parere nella gran parte dei casi successivamente avallato dalla commissione territoriale di stanza a Siracusa. A protestare sono stati extracomunitari presenti da mesi al centro d'accoglienza richiedenti asilo (Cara) che dopo aver l'agitazione hanno ripreso a cibarsi, interrompendo così trentasei ore di digiuno. Difficilmente potranno ottenere quello che chiedevano. Per loro l'unica strada percorribile resta il ricorso - entro quindici giorni - al tribunale ordinario e in questo caso - nelle more del pronunciamento - potranno ottenere un permesso di soggiorno provvisorio di sei mesi. Il sit-in, però, ha avuto inevitabili riflessi sul transito autoveicolare nel tratto di provinciale antistante il Cara presidiato giorno e notte dalle forze dell'ordine, poliziotti e carabinieri, mentre ai vigili urbani è spettato il compito di dirottare il flusso di auto in strade limitrofe. La protesta è terminata ieri pomeriggio quando la strada è stata sgomberata dai blocchi e restituita al traffico. La manifestazione, però, non ha rallentato il corso di altri provvedimenti adottati dalla Prefettura nei confronti di altri cittadini extracomunitari ospitati al Cie (centro identificazione ed espulsione) fra tutte le struttura più sorvegliata di Pian del Lago. Ieri, per sette immigrati, è scattato il rimpatrio con l'allontanamento dal territorio italiano. Destinatari dei provvedimenti di espulsione quattro egiziani e tre tunisini, risultati clandestini. Sono stati pertanto accompagnai dalla polizia all'aeroporto e imbarcati sugli aerei che li hanno riportati nei paesi dai quali erano scappati quasi due anni fa. Altri trasferimenti verranno effettuati stamattina e interesserà una decina di immigrati di diverse nazionalità.
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