NISCEMI. Anche se i lavori dell'impianto della stazione di telecomunicazione satellitare del Muos con la posa delle tre grandi parabole sugli enormi basamenti in cemento armato sono stati completati, la protesta e le iniziative di contrasto contro il super radar non si sono chiuse. Sabato 1° marzo, il coordinamento regionale dei Comitati No Muos chiama di nuovo tutti a raccolta presso la sughereta di contrada Ulmo di Niscemi, dove sorge il cosiddetto "EcoMUOStro" per una Sicilia di pace. Sarà l'ennesima mobilitazione generale per affermare la volontà delle popolazioni del territorio che non vogliono vivere all'ombra delle superantenne della Marina militare Usa, giudicate uno strumento di guerra e un pericolo per la salute umana e per l'ambiente a causa delle potentissime onde elettromagnetiche che emanano. Nei giorni scorsi, i parlamentari per la pace - primi firmatari Erasmo Palazzotto (Sel), Gianluca Rizzo (M5S), Paolo Beni (Pd), Mario Sberna (Scelta civica), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei deputati) e Claudio Fava (vicepresidente della Commissione antimafia) - hanno depositato alle Camere il testo di una mozione che impegna il Governo a sospendere la realizzazione del Muos e a «rimettere ogni accordo al riguardo al Parlamento ai fini dell'approvazione preventiva ai sensi degli articoli 80 e 87 della Costituzione, previa informativa riguardo le reali caratteristiche e condizioni d'uso dell'impianto di trasmissione, la sua possibile esclusione in occasione di eventi bellici e i costi sostenuti per le basi militari statunitensi e lo stazionamento dei militari Usa in Italia». Sabato 1° marzo, gli attivisti No Muos si ritroveranno a Niscemi, per una manifestazione regionale di fronte ai cancelli della base militare della Us Navy di contrada Ulmo. «Ci muoveremo ancora una volta - annunciano i Comitati che hanno indetto l'evento - tutte e tutti verso la base attraverso cui governi e militari credono di poter raggiungere i propri fini di guerra e controllo passando sulle nostre vite. Determinati come abbiamo imparato ad essere, così come fu lo scorso 9 agosto, quando in centinaia invademmo pacificamente l'installazione, torneremo a riprenderci ciò che è nostro, sempre più convinti che l'occupazione militare non sia più tollerabile». Intanto, in attesa di questa nuova mobilitazione, l'attenzione dei militanti va anche all'appuntamento del 27 marzo prossimo, quando il Tar di Palermo dovrà pronunciarsi sui cinque ricorsi pendenti, presentati uno dal Comune di Niscemi; due dal ministero della Difesa; uno da Legambiente assieme al Coordinamento dei Comitati No Muos, e l'ultimo dal Movimento No Muos Sicilia.