ENNA. Operazione 'go kart' dei carabinieri di Enna ai danni delle famiglie mafiose di Cosa Nostra e del clan Cappello che operano fra le provincie di Enna e Catania. Nella notte sono state arrestate 49 persone per associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, rapine, detenzione di armi ed altro. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, sono state eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Enna e della Compagnia di Nicosia. L'operazione ha scardinato gruppi criminali legati a Cosa Nostra e al clan Cappello di Catania che operavano in comuni che confinano con Catania: Catenanuova, Centuripe e Regalbuto. Tra questi proprio Catenanuova è storicamente stata al centro degli interessi dei clan contrapposti ennesi e catanesi e dal 1995 ad oggi si sono registrati sette omicidi legati alla mafia e tre lupare bianche. Nel piccolo centro dove era sempre stata attiva Cosa Nostra, a partire dal 2006 emerge Filippo Passalacqua, ex militare con missioni all'estero, già in carcere e a cui è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare, secondo le indagini legato al clan Cappello tramite il cognato Giampiero Salvo esponete del clan e imputato con Passalacqua dell'agguato dell'estate 2008 nella piazza di Catenanuova che fece un morto e 5 feriti. Secondo gli inquirenti è proprio in quell'epoca che la famiglia Cappello mette le mani sulle estorsioni a Catenanuova, Centuripe e Regalbuto gestendone gli affari. Dopo l'arresto di Passalacqua l'attività principale del clan nell'Ennese diventa il traffico di stupefacenti, in particolare marijuana del tipo skunk. La scorsa estate Salvatore Venia, venne nominato responsabile delle estorsioni, e questo per confermare il controllo del clan Cappello sul territorio ennese e soprattutto per assumere il monopolio del traffico di droga che viene organizzato con due distinti gruppi. Il prima facente capo a Salvatore Tirendi titolare di una pista di kart ed ai figli che si occupano di marijuana e l'atra capeggiata da Gaetano Passalacqua che traffica cocaina. I due gruppi operano con l'ausilio degli affiliati di Regalbuto e Centuripe, che si occupano oltre che dello spaccio di stupefacenti, dei danneggiamenti contro le imprese che non pagano il pizzo, tra i quali l'incendio che devastò una azienda produttrice di tubi in Pvc a Regalbuto.