CALTANISSETTA. Con organici carenti un po’ in tutti i settori la giustizia compie passi in avanti, anche se piccoli, nel distretto della corte d'appello nissena. Le statistiche diffuse recentemente, se da una parte indicano una grossa crescita di reati, dall'altra mostrano come a Palazzo di Giustizia le risposte sono arrivate - organici permettendo- con grande tempestività e la conseguente riduzione delle cosiddette pendenze finali. Variazioni minime nel 2013 ma significative delle quali si dovrà necessariamente conto in una ipotetica revisione dei collegi giudiziari da tempo in discussione al Ministero di Giustizia. Intanto la procura antimafia nissena incassa l'annessione del territorio niscemese un tempo appannaggio della circoscrizione catanese. Un aggravio di lavoro non indifferente per il pool guidato dal procuratore Sergio Lari che ha già dato sul campo, una prima concreta risposta con l'arresto di cinque persone. Con specifico riferimento all'attività della Corte d'Appello il tasso si smaltimento è cresciuto di un punto percentuale (dal 41 al 42) mentre la durata dei processi è aumentata da 605 a 627 giorni. "Su tale leggero aumento temporale - ha rilevato il presidente Salvatore Cardinale - hanno influito, a parte la complessità di alcuni processi, le numerosi astensioni dalle udienze proclamate, con motivazioni non sempre condivisibili, dagli organismi associativi forensi nazionali e distrettuali". Restando ai numeri la Corte d'Assise d'Appello ha emesso sedici sentenze nel 2013 (il doppio dell'ano precedente) facendo calare notevolmente le pendenza finale (da 23 a 13). Ma i migliori risultati, nonostante la perdurante carenza di giudici più volte denunciata dal mondo forense, si sono avuti nella giustizia civile dove sono stati definiti 4391 affari facendo segnare, come ha rilevato il presidente Cardinale, uno straordinario e irripetibile raddoppio della produttività. Nel penale, però, il fronte più caldo resta quello legato al minorile con una procura che si regge esclusivamente sull'attività di un solo sostituto procuratore costretto a fare letteralmente tutto per mandare avanti un ufficio dove e provvedere a tutte le incombenze straordinarie e ordinarie. La poltrona di procuratore capo è vuota da più di un anno. Il minorile però riserva una escalation di reati, alcuni gravissimi, con due territori (Riesi e Gela) dove si è registrata un'autentica esplosione di atti di bullismo e di mafia con minorenni protagonisti, provenienti da ambienti segnati dal degrado sociale. Nel minorile pertanto i processi, in Tribunale e in corte d'appello, segnano inevitabilmente e lo dicono chiaramente le pendenze finali. «Il numero di unità presenti alla Procura della Repubblica - ha denunciato Cardinale - è palesamente inadeguato a far fronte ai numerosi affari penali e civili che il mondo minorile genera e alla singolare condizione di dovere operare in un distretto al quale è intestato il triste primato di avere il più alto numero di procedimenti a carico di indagati minorenni per 416 bis e reati collegati».