SERRADIFALCO. Tornano le contestazioni contro la mancanza di uno stadio comunale, dove la squadra di calcio del Serradifalco possa svolgere le partite casalinghe. Domenica uno striscione è stato affisso sul cancello d’ingresso del palazzo municipale, nella centralissima via Cavalieri di Vittorio Veneto. A chiare lettere vi era semplicemente scritto: «Vogliamo lo stadio nuovo». Sulla pagina Facebook dei supporter del Serradifalco, sotto la foto dello striscione che campeggiava all’ingresso del municipio, il commento è: «I tifosi lo hanno scritto a caratteri cubitali, chi ha da intendere intenda!». Cori inneggianti la realizzazione della struttura sportiva sono anche stati intonati nella partita «casalinga» di domenica, disputata, come accade da due campionati a questa parte, al «Valentino Mazzola» di San Cataldo, essendo il «Marco Tomaselli» di Serradifalco omologato solo sino alla prima categoria. Lo striscione attaccato sul cancello del comune, poi, dovrebbe essere il preludio a una serie d’iniziative settimanali che i tifosi della formazione biancoazzurra sembrano intenzionati a organizzare da qui alla fine del campionato. E che, giusto nell'ultima giornata della stagione calcistica, dovrebbero culminare in un corteo che attraverserebbe il paese. Tutte quante pacifiche e con il solo scopo di mantenere viva l’attenzione d’istituzioni e politici sul problema dello stadio. Non più dunque come qualche tempo fa, quando qualcuno si era spinto a chiedere le dimissioni del sindaco Giuseppe Maria Dacquì. Frutto, forse, anche dei ristabiliti rapporti di collaborazione tra il primo cittadino e la dirigenza del Serradifalco. Il cui presidente Leonardo Burgio, però, avverte che «senza uno stadio, il progetto del Serradifalco calcio rischia di morire», già dallo scorso mese di dicembre. Quando, cioè, è stato annullato il bando statale di finanziamento di nuove strutture sportive, cui potevano accedere anche i privati e sul quale la dirigenza del Serradifalco puntava. Progetto che, meno di due settimane fa, il suo redattore, l’architetto Antonio Terrana, dietro invito della società sportiva, ha ceduto gratuitamente al comune perché possa utilizzarlo per partecipare a eventuali bandi di finanziamento di strutture sportive riservati al pubblico.
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