CALTANISSETTA. Monta la polemica sulla soppressione delle pattuglie della Polstrada nelle ore notturne. Per la segreteria nazionale dell'Ugl Polizia la decisione sta portando le Volanti nissene al collasso. «Distratte nel loro precipuo incarico della prevenzione - ha scritto il segretario Romano Amico - sono costrette a svolgere i compiti delle pattuglie della sezione di polizia stradale». Per l'Ugl la decisione, assunta a dicembre, sarebbe irragionevole. «Consigliamo alla dirigente della Polstrada - ha aggiunto Romano - di rivedere le scelte adottate alla luce di quell'autonomia gestionale di cui è investita. Che dirigente è se nell'ambito della sua stessa giurisdizione, carica di lavoro più pesante l'articolazione numericamente molto meno consistente, il distaccamento di Gela, rispetto a quella beneficiaria di certe "esenzioni", la sezione di Caltanissetta?». Sull'argomento il vicequestore aggiunto Maria Grazia Milli, in una intervista rilasciata al nostro Giornale, era stata chiara: «Si tratta - aveva detto - di una decisione adottata in sede di contrattazione decentrata con il consenso delle quattro sigle sindacali più rappresentative. È chiaro poi - aveva detto Milli - che in casi di emergenza assicureremo sempre la nostra presenza come abbiamo fatto nel corso della recente protesta dei forconi. Abbiamo preferito dare priorità ad altri quadranti orari in una strada, la statale 640, dove sono in corso i lavori di raddoppio delle corsie».
«La democrazia - sostiene invece Romano - è la nostra che in buon ordine subiamo gli effetti di illegittime decisioni. La democrazia è dei ragazzi delle Volanti che, sebbene soffrano di un grave collasso operativo, riescono a garantire sonni tranquilli ai cittadini di Caltanissetta.
È a loro che dobbiamo dire grazie, è a loro che deve andare il plauso pubblico per il mantenimento della sicurezza di prossimità, costretti a svolgere con grande dignità, spirito di servizio e silenzioso sacrificio, quei servizi che avrebbero dovuto effettuare i pattuglianti della Stradale. Sulla problematica - ha concluso il segretario nazionale dell'Ugl Polizia - faremo valere la giustezza e la giustizia del nostro predicato in ogni sede. Ma quel che, in tutta sincerità, ci mortifica è l'arroccamento sulle posizioni intraprese. Non un atto di umile riconoscimento degli errori compiuti, non una disponibilità ad un confronto davvero democratico. Solo per giustificare l'ingiustificabile. Noi preferiamo i fatti e la correttezza dei nostri percorsi, anche se irti e difficoltosi».
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