GELA. Domande per l'accesso a brevi periodi di lavoro, organizzati in favore di famiglie in difficoltà economiche, presentate anche da chi è risultato titolare di diversi beni immobili o, ancora, da dipendenti con contratti registrati. La scoperta è stata effettuata dai funzionari del settore comunale servizi sociali che, così, hanno detto no alle richieste sospette.
In totale, sono state settecentosettantotto le domande respinte per l'accesso al programma dei cantieri di servizi: un sistema, finanziato con risorse soprattutto regionali, che consente l'avvio di brevi periodi di lavoro per chi si trova in uno stato di forte disagio economico. Le anomalie individuate dagli operatori di Palazzo di Città, quindi, sono state diverse. Le esclusioni appena confermate non riguardano soltanto presunti falsi poveri ma anche utenti che hanno scelto di presentare la richiesta nonostante fossero sprovvisti dei necessari requisisti. Così, sono state scoperte richieste inoltrate da titolari di redditi superiori rispetto ai vincoli imposti dai bandi ma anche dai componenti di famiglie che, più volte, avevano inoltrato le stesse istanze. I funzionari municipali, durante la fase di controllo, si sono imbattuti in domande depositate da utenti risultati assunti da più di quattro anni all'interno di aziende e attività commerciali. Così, il numero di esclusi ha superato di gran lunga quello delle istanze ritenute valide e, di conseguenza, ammesse al programma dei cantieri di servizi. In totale, sono state quattrocentonovantatré le richieste accolte a fronte delle settecentosettantotto bocciate. Già nelle scorse settimane, l'assessore al ramo Ugo Costa aveva preannunciato controlli stringenti con l'obiettivo di evitare abusi.
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