CALTANISSETTA. Le avrebbe chiesto un risarcimento perché le aveva soffiato clienti. Ma in queste pretese si sarebbero profilati i reati di estorsione e tentata estorsione. Imputazioni che sono piovute sul capo di una ”lucciola” da ieri al cospetto del giudice David Salvucci. Al centro della vicenda, da taluni aspetti singolari, v’è la sessantenne Maria B. (difesa dall’avvocato Dino Milazzo), mentre nel ruolo di parte lesa v'è la settantacinquenne A.A. che alla fine ha scelto di non costituirsi parte civile nel dibattimento. Teatro dell’accaduto è lo storico rione della Provvidenza, la via Firenze in particolare. L’imputata, nella prima fase dell’indagine, è stata pure tirato in ballo per le ipotesi di lesioni personali e violazione di domicilio. Ma da queste accuse è stata poi prosciolta in udienza preliminare. Però sono rimaste in piedi le imputazioni di estorsione e tentata estorsione che si sarebbero consumate ai danni della sua concorrente, dalla quale avrebbe preteso quattrini perché le aveva portato via parecchi clienti. E lei, la presunta vittima delle richieste di denaro, ha poi riferito ai poliziotti che era stata minacciata «perché le aveva rubato clienti e che, per tale ragione, avrebbe preteso un risarcimento danni». APPROFONDIMENTI SULL'EDIZIONE CARTACEA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI 21 GENNAIO.
Caricamento commenti
Commenta la notizia