NISCEMI. Era l’8 maggio 2011, una domenica mattina, quando è crollato il ponte della tratta ferroviaria Gela-Niscemi-Caltagirone, in contrada Angeli, lasciando il territorio in uno stato di isolamento e di abbandono. Nemmeno i più incalliti pessimisti avrebbero immaginato che - dopo due anni e otto mesi da quel crollo, che soltanto per mera fortuna non fece vittime innocenti - la situazione sarebbe rimasta immutata, senza che ci sia stato in questi anno alcun intervento per ripristinare il collegamento ferroviario e quello su gomma. Oltre alla chiusura della linea ferroviaria venne interrotta anche la circolazione dei veicoli sulla strada provinciale 39, Niscemi-Caltagirone, attraversata da un'arcata del ponte in parte crollato. Dopo le proteste iniziali dei cittadini e dei sindaci delle tre città interessate, tutto è caduto nel dimenticatoio e nell'atavica rassegnazione del popolo siciliano. In questi giorni, si registrano due iniziative, rispettivamente del senatore Giuseppe Compagnone (Gruppo Grandi Autonomie e Libertà), che ha presentato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, e di Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani. «Il crollo del ponte - si legge nell'interrogazione di Compagnone - ha provocato notevoli disagi alla popolazione non solo per la percorrenza in automobile ma anche agli utilizzatori del treno (soprattutto pendolari quotidiani per motivi di lavoro), i quali sono stati costretti a subire un insostenibile allungamento dei tempi di percorrenza da e per le loro destinazioni a causa dell'impiego di bus sostitutivi. Due anni e otto mesi rappresentano un tempo biblico e tutto sembra fermo e nulla accade, ad eccezione, ovviamente, delle sacrosante proteste di pendolari e amministratori dei comuni interessati che gridano all'abbandono e paventano che l'occasione del crollo del ponte possa indurre Rete Ferroviaria Italiana a portare avanti scelte di tagli penalizzanti per il territorio dei comuni di Caltagirone, Niscemi e Gela, con inevitabili ripercussioni economico-sociali». Sulla stessa lunghezza d'onda, il presidente dei Pendolari Siciliani, Malaponti, il quale in un comunicato afferma: «Tutto passa sotto silenzio. Abbiamo allertato con una lettera il governatore Crocetta, l'assessore Bartolotta, il dirigente generale alle Infrastrutture e i sindaci dei Comuni di Caltagirone, Niscemi e Gela, affinchè tutti assieme chiediamo con forza la riapertura di questa tratta ferroviaria importante ed evitarne la definitiva chiusura. Ai siciliani non servono le grandi e faraoniche infrastrutture ma questi modesti interventi a salvaguardia della mobilità».
Ponte crollato a Niscemi, alta tensione
Tratta ferroviaria Gela-Caltagirone. Dopo quasi 3 anni il territorio è isolato. Pronta un’interrogazione parlamentare. Pendolari in rivolta
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