CALTANISSETTA. Anche una sagra del "pani cunzatu" per finanziare il restauro dell'Ultima Cena arenatosi alle battute iniziali per difficoltà economiche. Promossa dal ceto dei panificatori si farà il giorno dell'Epifania e servirà a raccogliere fondi da destinare ad una operazione in grado, quanto meno, di scongiurare il pericolo non possa uscire nella processione del giovedì santo. Intanto sono sessanta nel capoluogo gli esercizi pubblici che hanno accettato di esporre il salvadanaio dove - chi vuole - può lasciare le offerte finalizzate unicamente a difendere il patrimonio artistico della città e agevolare così la ripresa del restauro. Che dovrebbe riprendere l'8 gennaio, secondo quanto ha ribadito Eugenio Di Francesco responsabile sul piano economico della cordata che aveva promosso il maquillage secondo quel principio della "sussidarietà orizzontale" con il privato che si sostituiva al pubblico. «Sono fiducioso sulla riuscita di questa iniziativa - ha dichiarato ieri Di Francesco - e speriamo di raccogliere i fondi necessari quantomeno a far partire il cosiddetto piano B con un progetto di restauro ridimensionato nei costi, da 53 a 15 mila euro». Adesso, però, si guarda a qualche possibile mossa del mondo politico al quale, in tempi non sospetti, erano stati inviati segnali ben precisi dal ceto di appartenenza della Vara. E l'unico consigliere, fin quì, ad aver preso a cuore le sorti del restauro è stato il solo Oscar Aiello esponente di Forza Italia con una interrogazione al sindaco. L'interesse di tutti è quello di fare la processione del giovedì santo non si faccia senza il maestoso gruppo che apre il lunghissimo corteo. Alle porte c'è anche la Soprintendenza che si appresta a chiedere a inviare solleciti per la ripresa dei lavori. Insomma una situazione che promette sviluppi anche se non a breve termine. Si punta molto sulla solidarietà dei nisseni ma soprattutto sulla disponibilità mostrata da una società con la quale Di Francesco è in trattative. L'Ultima Cena, uno dei capolavori di Francesco e Vincenzo Biangardi, è stata smontata ai primi di giugno e i tredici personaggi che la compongono trasferiti in un locale (sempre all'interno di San Pio X). Ad avviarli era stata la restauratrice Elena Vetere che adesso chiede precise garanzie economiche per riavviare i lavori che dovranno concludersi improrogabilmente entro il prossimo 17 aprile. Di tempo, stante la complessità dell'intervento, ne rimane ben poco. La Cena era stata sottoposta a restauro nel Duemila con fondi messi a disposizione dall'amministrazione comunale.