CALTANISSETTA. Il Tar Sicilia ha ordinato la sospensiva del concorso pubblico per 44 posti in varie qualifiche indetto dal comune di Caltanissetta, riservato ai precari a tempo determinato dell'ente. L'ordinanza pubblicata sul sito del Tar Sicilia, scaturisce dal ricorso di alcuni candidati che avevano presentato domanda di ammissione e da 27 dipendenti comunali. «Il Tar - spiega l'avvocato palermitano Alessandro Cucchiara che rappresenta i ricorrenti - ha deciso in sede cautelare di sospendere l'efficacia della selezione e di tutti gli atti presupposti come il piano di fabbisogno del personale. È rilevante che il Tar si sia spinto oltre la mera decisione cautelare, anticipando la pronuncia di merito del prossimo 8 ottobre, dichiarando e sancendo (prima facie, ndr.) l'illegittimità della procedura di stabilizzazione del comune, riservata esclusivamente al proprio personale precario». Per l'avvocato Cucchiara (solo omonimo del dirigente del comune di Caltanissetta), «con questo avviso pubblico, il Comune intendeva stabilizzare ma, in ossequio alle previsioni di legge, ha voluto coprire con il manto della pubblica selezione una procedura di stabilizzazione, in elusione ai principi normativi che prevedono che la riserva per i precari non sia superiore al 40% dei posti messi a concorso". In relazione ad alcuni articoli di stampa, l'avvocato palermitano spiega che "non si tratta di una guerra tra poveri, ma di stabilire la correttezza delle procedure di selezione dei dipendenti. Ricordo che gran parte dei soggetti che hanno proposto ricorso sono stati declassati tempo addietro, pagando gli effetti del declassamento da categoria C a B con intuibili refluenze sul piano economico e che, per i titoli di studio e l'esperienza acquisita in quanto dipendenti da almeno 8 anni, avevano pieno titolo a partecipare. È una pronuncia che fa rumore». «Il Comune - prosegue l'avvocato Cucchiara - ha voluto marcare la distinzione tra la procedura di stabilizzaiozne e i principi per le assunzioni nel pubblicgo impiego, per dare un futuro non precario ai dipendenti, ma di fatto ha avviato una procedura che viola la par condicio. È evidente che sia i dipendenti del comune in possesso dei requisiti sia i non dipendenti che avevano i requisiti profesisonali e i titoli di studio, potevano accedere al concorso bandito dal Comune"».