CALTANISSETTA. Senza sosta la protesta dei lavoratori dell’Agrigento Scarl società consortile subentrata al raggruppamento di imprese che ha in appalto i lavori di raddoppio a quattro corsie della scorrimento 640 Caltanissetta-Porto Empedocle. Cantieri fermi quindi sulla ex superstrada. Ormai da diversi giorni i lavoratori sono in stato di agitazione e fanno opera di volantinaggio nei pressi di contrada Saverino-Bigini a poche decine di metri dallo svincolo della zona Sud. Rivendicano il pagamento delle somme (circa quindici milioni di euro) relativamente ai lavori già realizzati, circa quindici chilometri che riguardano il raddoppio dell’ex scorrimento veloce nel tratto compreso tra Agrigento e Racalmuto da parte della società Empedocle, affidataria dei lavori, che ha assunto il ruolo di contraente generale con contratto stipulato con l’Anas. Per la gestione unitaria dei lavori che riguardano diversi tratti di strada, il raggruppamento affidatario ha costituito la società denominata «Agrigento società Consortile» che è subentrata a tutti gli effetti al raggruppamento di imprese nella gestione dei rapporti con il contraente generale e la società, i cui dipendenti appunto rivendicano il pagamento di mensilità arretrate e contestano la rescissione del contratto. Dal mese di gennaio dello scorso anno c’è stato praticamente il blocco totale dei pagamenti all’impresa e quindi il mancato pagamento delle spettanze ai 140 operai che oltre ad avere perso il proprio lavoro si ritrovano anche senza il trattamento di fine rapporto ed alla necessaria documentazione per accedere alla cassa integrazione speciale prevista per complessivi ventisette mesi. Qualche mese addietro per sollecitare il pagamento delle spettanze i lavoratori della Agrigento scarl avevano dato vita ad una manifestazione di protesta nei pressi del Cantiere «Empedocle» in contrada «Vecchia Nina» in territorio di Racalmuto. La vertenza tra i lavoratori della Agrigento scarl e la società Empedocle si era anche spostata in prefettura. La vertenza va avanti da diversi mesi, ma ciò nonostante rimane in una posizione di stallo. Alle rivendicazioni dei lavoratori e degli amministrativi si sommano anche quelle dei sub affidatari e fornitori dell’indotto, che risultano essere creditori di rilevanti somme.