Venerdì 27 Dicembre 2024

Discarica di Martino, a processo gli ex vertici dell'Ato Cl1

CALTANISSETTA. Dall'azzeramento dell'istruttoria ai primi testi che saranno chiamati a riaprire il processo che vede sotto accusa egli ex vertici dell'«Ato CL1» e imprenditori. Tutti finiti in giudizio sull'onda della gestione della discarica di contrada Martino. Sono l'ex presidente della società d'ambito, Giuseppe Lumera e gli ex vertici, ovvero l'amministratore delegato Gaetano D'Amico, il direttore tecnico Maria Giuseppina Monachino, il funzionario tecnico Salvatore Rumeo e, poi, gli imprenditori Carmela Seminatore amministratore della «Ecorecuperi», Salvatore Sardo e Nicolò Alessi amministratori della «Miviter». I sette (difesi dagli avvocati Michele Micalizzi, Maria Giambra, Danilo Tipo, Giuseppe Balistreri, Matteo Scarlata e Giuseppe Scozzari) sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di abuso d'ufficio, discarica abusiva, turbativa d'asta, false dichiarazioni e violazione della normativa in materia di tutela ambientale. Queste le ipotesi di reato che in dibattimento sosterrà il pm Donatella Pianezzi nei loro confronti. L'ultimo colpo di spugna ai precedenti atti istruttori è giunto da un cambio di testimone, non il primo, tra giudici. Con Antonio Napoli sempre nella veste di presidente del tribunale, mentre a latere sono stati poi assegnati i giudici Valerio Sasso e Marco Sabella.
Sotto i riflettori la procura ha posto la gestione della discarica, passando per l'affidamento della manutenzione e la conduzione della stessa. Aspetti in cui gli inquirenti avrebbero rilevato irregolarità. Ognuno dei sette imputati è chiamato in causa per il ruolo professionale rivestito. Che ha finito per differenziare un po'le loro posizioni. Lumera e Monachino, in particolare, sono stati tirati in ballo per la gestione abusiva della discarica in violazione delle limitazioni legate alle autorizzazioni.E in più, insieme a D'Amico, è stato loro contestato l'abuso d'ufficio. Stessa imputazione, questa, a carico di Rumeo. Seminatore risponde di falso e turbativa d'asta, mentre Alessi e Sardo avrebbero gestito la discarica anche se privi dell'iscrizione alla classe necessaria.
La Provincia (assistita dall'avvocato Giuseppe Panepinto) si è costituita parte civile.

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