CALTANISSETTA. Medico oggi in aula sull’onda del suicidio di una sua paziente. Che si sarebbe tolta la vita nel momento in cui le sarebbe stato negato il ricovero ospedaliero. Al cospetto del giudice va Francesco Salvatore Pagano (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì) aiuto primario di psichiatria al «Maddalena Raimondi» chiamato a rispondere di omicidio colposo e omissione per «nesso casuale provocato dalla condotta». Ossia per quel ricovero che non avrebbe ritenuto disporre nei confronti di una casalinga trentottenne, R.L.S. che ha una volta arrivata casa s’è tolta la vita lanciandosi dal balcone di casa. Sarebbe stata depressa in quel periodo e il marito, ora parte civile (assistito dall’avvocato Walter Tesauro) lo aveva anche riferito al medico. Informandolo pure che in quei giorni la moglie era molta giù di corda ed era pure arrivata a manifestare brutti propositi. E quando quel giorno sono arrivati in ospedale lei aveva ingerito un intero flacone di un potente farmaco neurolettico. Pure questo sarebbe stato messo in dubbio dal professionista, perché una dose così massiccia avrebbe dovuto procurare effetti devastanti. E’ un altro aspetto poi evidenziato nella denuncia presentata ai carabinieri dopo la digrazia. Una situazione, in sostanza, assai delicata quella che il marito, quella mattina di tre anni e mezzo fa, ha tracciato allo specialista che, peraltro, era anche il medico curante della casalinga.Dopo la tragedia il il marito s’è rivolto agli inquirenti perché facessero luce sulla vicenda. Ritenendo che probabilmente quella tragedia poteva pure essere evitata. Adesso spetterà al tibunale fare luce sulla vicenda.
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