GELA. Rischiano la vita pur di portare via ferro e rame dalle campagne: questa volta, l’allarme viene lanciato dagli operatori del consorzio di bonifica. I loro impianti continuano ad essere presi di mira da vere e proprie bande di ladri. Così, ogni sforzo fatto per sostenere gli agricoltori locali è destinato ad essere vanificato. “Non riusciamo più a controllare la situazione – spiega il sindacalista della Flai Cgil Bartolo Di Dio – portano via tutto. Adesso, si sono concentrati sui contatori e sulle griglie utilizzate per proteggere le pompe dalle quali transitano grandi quantità d’acqua. Se, solo per errore, decidessero di tagliare i tubolari di ferro dai quali passa acqua sotto pressione, rischierebbero di essere travolti. E’ molto pericoloso”. Niente sembra potersi salvare dalla furia dei ladri. Nelle ultime settimane, gli operatori del consorzio di bonifica hanno dovuto aggiungere, ad un elenco già molto lungo, nuove perdite. “Portano via – continua lo stesso Di Dio – anche i piccoli pannelli per il fotovoltaico installati sugli impianti necessari al pompaggio dell’acqua e su quelli che controllano le quantità distribuite”. Il direttore del consorzio Vincenzo Caruso ha incontrato il sostituto procuratore Lara Seccaccini, alla quale ha espresso tutta la sua preoccupazione per le perdite subite a causa dei furti. “Nonostante i problemi – ammette proprio il direttore del consorzio Vincenzo Caruso – lo scorso anno, abbiamo distribuito quasi quattro milioni di metri cubi d’acqua. E’ stato un successo, soprattutto rispetto all’anno precedente. Adesso, stiamo cercando di accedere ad un finanziamento regionale da novecentomila euro per avviare al lavoro, prima del previsto, il nostro personale”. Intanto, però, i funzionari del consorzio attendono ancora i cinquecentomila euro regionali previsti dopo il rifacimento di una parte della rete irrigua. Sotto questo profilo, anche il segretario provinciale della Flai Cgil Pino Pardo ha avuto diversi incontri a livello regionale. Davanti ad una realtà economica, già molto difficile: l’ondata di furti messi a segno ai danni del patrimonio gestito dal consorzio non può che allarmare. “I danni sono ingenti – conclude il direttore Caruso – in molti, davanti alla crisi economica, cercano di ritornare in campagna a lavorare. Se perdiamo la capacità di supportarli con i nostri servizi, avremmo compiuto solo tanti passi indietro”. Non è da escludere, comunque, che, nelle prossime settimane, il personale precario in forza al consorzio di bonifica possa ritornare al lavoro: i fondi economici a disposizione, seppur minimi, si avviano verso lo sblocco