RIESI. Prosegue l’esodo migratorio ma la popolazione non diminuisce grazie alla presenza dei cittadini rumeni. Dati dell’ufficio anagrafe rilevano che nel 2012 sono state 233 le persone ad aver abbandonato Riesi alla ricerca di qualche opportunità occupazionale. Sono prettamente i giovani senza speranze di trovare un lavoro ad andare via. Una fuga di cervelli, braccia e generazioni, verso i grandi centri del nord Italia e dell’estero. Le mete preferite sono Bergamo, Genova, Torino e Milano. Privilegiate anche città della Francia e Germania. In atto un flusso migratorio destinato probabilmente ad aumentare negli anni futuri. Solo nel 2011 si registravano 2000 disoccupati. La chiusura delle cave di zolfo della grande miniera “Trabia – Tallarita” nel 1975 ha determinato la prima vera crisi occupazionale locale. Diversi hanno poi trovato lavoro nell’agricoltura che resta settore trainante dell’economia riesina. Il boom occupazionale si è avuto tra la fine degli anni Novanta ed i primi anni del 2000 con l’apertura dei maglifici dell’ex Polo tessile e con ben 380 lavoratori assunti nelle aziende di contrada “Margio” tra il 2000 ed il 2003. Una realtà industriale che aveva arrestato l’ esodo ripreso negli ultimi anni. Nonostante il continuo flusso migratorio la popolazione però rimane stabile o subisce qualche lieve decremento, grazie all'afflusso di cittadini rumeni. Si registrano infatti 300 persone provenienti dalla Romania residenti a Riesi. Al piccolo esercito rilevato si devono aggiungere i tanti cittadini provenienti dall’Europa dell’Est non registrati. In totale si presume la presenza di 600 rumeni. Nel mese di gennaio sono stati registrati 10.996 residenti. Un dato provvisorio destinato a crescere. Prossimamente, infatti, verrà reso noto il dato ufficiale della popolazione, risultante dal censimento eseguito nell’ottobre del 2011. Si parla di più di 11 mila abitanti. Tra l’altro recentemente hanno richiesto la residenza 113 persone provenienti da altri comuni italiani e 35 originari di centri dell’estero. Sono giovani coppie a decidere di stabilirsi a Riesi, un centro destinato probabilmente a diventare meno autoctono e sempre più multietnico.