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Formula 1, la differenza la fa Max: Norris si piega ancora

Ferrari, appena un passetto avanti ma il tunnel è lungo

La McLaren ha perso la gara al sabato. Quando con una macchina molto più veloce sia Norris che Piastri si sono fatti beffare da Verstappen. Il resto, la corsa di oggi, è una conseguenza di questo errore. E deve far riflettere il team di Woking, che non riesce a capitalizzare un vantaggio notevole e rischia anche di puntare sul pilota sbagliato. Perché la sensazione è che Norris soffra ancora di un complesso di inferiorità rispetto al campione del mondo. E ciò non lascia il giusto spazio a Piastri, che aveva il passo per duellare con la Red Bull.

Al netto di tutte queste considerazioni, Verstappen ha il merito di tenere aperto un mondiale che altrimenti sarebbe già chiuso alla terza gara. La Red Bull probabilmente vale la Ferrari. La differenza è che la guida l’olandese e la porta ben oltre le sue potenzialità. E’ incredibile il valore aggiunto che Verstappen riesce a mettere sulla macchina. Il vero campione si vede quando guida una vettura inferiore. E da due anni ormai è così: col risultato che nel 2024 ha vinto il mondiale e quest’anno è lì per riprovarci, visto che torna da Suzuka con appena un punto di distacco da Norris. E’ vero, arriveranno piste in cui neppure il suo talento potrà sopperire allo svantaggio tecnico. Intanto però, chapeau.

Spostando lo sguardo più indietro, le analisi si fanno più complicate. E come sempre il bilancio è da bicchiere mezzo pieno. La Ferrari ha reagito alla disfatta cinese. Ha conquistato il bottino minimo e ha tenuto un distacco tutto sommato accettabile: nel senso che i tre decimi circa di differenza sul giro sono, sulla carta, recuperabili nel medio periodo. A patto che non si sbaglino gli sviluppi. E questo lo si vedrà già in Bahrein.

Ma d’altro canto va detto che Leclerc è sembrato correre in un campionato minore. Mai davvero in lotta per niente. Lontano dai primi tre. E peggio ha fatto Hamilton, che ha perfino tentato di estrarre il coniglio dal cilindro, senza ottenere nulla dalle gomme hard montate in avvio invece che a fine gara. Anzi, questa scelta lo ha probabilmente penalizzato nel momento decisivo della corsa. Perché la Ferrari con le medie proprio non andava. E questo è un altro fronte su cui lavorare a Maranello. Non può non essere sottolineato però che Lewis è in balìa del caos che regna in Ferrari e che è maturato dopo i trionfali annunci del precampionato e la dura realtà emersa invece sin dalla prima gara.

Servirebbe un articolo a parte poi per raccontare la gara di Kimi Antonelli. La sensazione è che il pilota italiano abbia azionato la modalità “crescita costante e decisa”. Ogni week end migliora in qualcosa: dal risultato alla prestazione sul giro. E questo è segnale di enorme personalità, tanto più per un diciottenne che si misura nel team con un fuoriclasse come Russell. A Suzuka il bolognese è stato il più veloce in pista e, per chi si appassiona di statistiche, verrà citato negli almanacchi per essere stato il più giovane pilota della storia a restare qualche giro in testa a un gran premio. Ma per uno che ha un talento così, questo conta davvero pochissimo. C’è da starne certi. E da esserne contenti.

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