Domenica 24 Novembre 2024

Energia pulita, una sfida da non perdere

Il presidente Mattarella, di recente ha confermato che l'energia è una delle tre grandi sfide che l'uomo dovrà affrontare nel prossimo futuro: Antonio Gutiervez, Segretario generale dell’Onu, afferma che il collasso climatico è già iniziato, prodotto dalle emissioni di gas serra. Il mondo oggi è alla ricerca di energia pulita, per mitigare la crisi causata dai combustibili fossili e dalle attività antropiche. L’attuale epoca geologica è denominata antropocene in quanto segnata esclusivamente dall'influenza umana. Abbiamo tradito la natura con una follia collettiva. L’Italia è stata antesignana, nel prendere coscienza delle grandi questioni dell'umanità, con Aurelio Peccei - economista e dirigente industriale - il quale nel 1968 fondò il “Club di Roma”, per affrontare le interconnessioni esistenti tra sistemi naturali e sociali, tecnologici ed economici, divenendo pioniere dei problemi planetari. Oggi la transizione energetica e la decarbonizzazione prospettano l'impiego di energie rinnovabili, fusione nucleare, mini-reattori nucleari di quarta generazione. Ricordiamo che la prima transizione avvenne nel 1833 con Edison che elettrificò l'Europa. Le fonti energetiche rinnovabili sono quelle che non sono destinate a esaurirsi. Energia solare, eolica, geotermica (calore della terra, sorgenti termali, geyser e soffioni), marina. Energie pulite, con impatto ambientale minimo. Uno dei colossi della produzione di energia eolica nel mondo valuta se abbandonare questo settore, perché i costi sono aumentati in maniera spropositata, dati confermati la rivista New scientist. L'intermittenza senza stabilità di diverse delle fonti suddette, inoltre, non potrà risolvere tutte le istanze di energia del mondo. Si studiano soluzioni integrative alternative come l’idrogeno “verde” o le cosiddette batterie di sabbia, cioè i nuovi sistemi di accumulo di energia. Ma questi percorsi hanno davanti ancora tanta ricerca e innovazione. Le altre scelte sono l'energia nucleare di fissione o fusione, prodotte da una reazione che modifica il nucleo dell'atomo o per scissione o per fusione di nuclei di elementi leggeri, come l'energia delle stelle. La fusione nucleare permetterebbe una fonte di energia pulita senza produzione di scorie radioattive, capace di mitigare la crisi climatica provocata dai combustibili fossili. Anche questo tipo di energia fu prevista dal grande fisico italiano premio Nobel Enrico Fermi. Se si realizzasse questo tipo di energia, dicono gli scienziati, l'elettricità diverrà così economica che non varrebbe la pena misurarne il consumo. Il progetto è titanico, come costruire una stella sulla terra. Esistono tanti progetti anche basati su bufale scientifiche come la fusione fredda che gli americani Martin Fleischmann e Stanley Pons proclamarono realizzata nel 1989. I due presunti scienziati furono invitati in tutto il mondo (anche nel centro Ettore Majorana di Erice) per presentare questa agognata realizzazione. Ma nessun polo di ricerca del pianeta riuscì a ripetere e validare il proclamato esperimento, che venne identificato come un fenomeno di pseudoscienza. Esistono oggi diversi impianti pilota sperimentali, in un panorama variegato di progetti. Ma gli scienziati più seri prevedono che i risultati concreti e realizzabili non si potranno ottenere prima del 2060. Dunque, ancora un miraggio. Rimane il ricorso ai reattori nucleari a fissione, piccoli e di 4^ generazione. Anche sull'energia nucleare in Italia fummo precursori, sin dall'agosto 1955, quando si ebbe contezza che questo tipo di energia - dopo la bomba atomica - poteva avere finalità pacifiche, in seguito al programma “Atomi per la pace” del presidente Usa Eisenhower. In Italia fu costituito il CNEN, per le ricerche nucleari con segretario lo scienziato prof. Felice Ippolito Ippolito e con approvazione del presidente Einaudi. Il programma energetico nucleare, che aveva come promotore lo stesso Ippolito, fu approvato da Ugo La Malfa. Per contro fu combattuto da Giuseppe Saragat, che non capì il progetto né prima né dopo, con un massiccio attacco contro la ricerca nucleare per favorire le multinazionali petrolifere. Vi furono articoli di stampa pieni di false notizie, associati a una contrarietà di ambienti democristiani. Da tutto ciò nacque il caso Ippolito con l'arresto dello scienziato per presunte inosservanze amministrative. Come il caso del ministro siciliano Nunzio Nasi, arrestato nel 1904 per ipotizzata sottrazione di materiale da cancelleria. Si parlò di pasticcio nucleare italiano. Da questi accadimenti la ricerca scientifica sul nucleare si paralizzò, per arrivare - dopo il disastro di Chernobyl del 1986 - al referendum del 1987 che bandì l’energia nucleare da fissione, anche per i problemi dello smaltimento delle scorie radioattive. Ma questa tecnologia è ormai obsoleta, perché si trattava di reattori di prima e seconda generazione. Il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin ha istituito una “piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile” - con l'ENEA, scienziati e accademici - per un percorso a tappe: obiettivo mini-reattori innovativi nel 2030. Si punta sui reattori di 4^ generazione (Amr) per lo sviluppo del settore in Italia. Tecnologie con un sistema refrigerante che utilizza piombo invece che acqua, garantendo la sicurezza in presenza di ogni incidente. Anche la quantità di scorie è infinitamente inferiore rispetto ai reattori vetusti. A prescindere dalle avversità ideologiche, i contrari sostengono che non vi è certezza di fattibilità tecnica e si deve puntare sulla “neutralità tecnologica”, cioè approccio obiettivo alla regolazione dell'uso delle tecnologie. Per quanto riguarda le paure diffuse dopo Chernobyl, è utile ricordare che oggi sono attivi 103 reattori in 13 dei 27 Stati membri dell’Europa. In particolare la Francia ne possiede 56 e noi importiamo energia da questa nazione. Siamo circondati da reattori nucleari e, specie per la continuità geografica con la Francia, un eventuale incidente avrebbe effetti equipollenti sul nostro Paese. Il nucleare è nella road map della tassonomia green dell'Unione Europea, che gli scienziati della materia considerano irrinunciabile per la sicurezza energetica del futuro, in aggiunta alle rinnovabili. Una scelta fra scienza e politica. Bisogna preparare la svolta senza che il carro si rovesci. (A.E.C.)

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