Estate, tempo di munnizza. Che puzza. Così è da anni e così rischia di essere anche la stagione appena entrata. Ragioni vecchie, mai risolte e dall’avvenire incerto. A poco sono valsi i dibattiti su come smaltire i rifiuti e nulla hanno prodotto le diatribe su termovalorizzatori e moderne tecnologie di smaltimento.
Nulla di nulla. L’unico mantra rimane riciclare. Ma i Comuni arrancano e la Regione passa al contrattacco.
Almeno ci prova. Il nuovo ordine partito da Palazzo d’Orleans è: «Via i cassonetti dalle strade, i Comuni si organizzino per raccogliere la monnezza direttamente dai condomini». Non solo. Ma la giunta Musumeci annuncia durissime sanzioni per chi non fa come prescritto dall’ordinanza. Compresa, estrema ratio, la decadenza dei sindaci.
Che adesso, come nel caso delle grandi città, avranno tre mesi per risolvere un problema che non si è riusciti ad eliminare negli ultimi dieci anni. Appare chiaro che siamo in presenza di uno scontro mai visto tra l’amministrazione centrale e le città.
Con la Regione che di fatto scarica sui Comuni ogni responsabilità. Compresa quella di spedire i rifiuti all’estero. Vero è che la stessa Regione ha fallito l’obiettivo non riuscendo a portare a casa quel bando imposto da Roma, ma è altrettanto vero che molte amministrazioni comunali hanno fatto ben poco per uscire dall’emergenza.
Con un continuo ed estenuante scontro che adesso è destinato ad aumentare di intensità. La Regione ha dettato tempi e modi precisi, i sindaci devono adeguarsi: o lo fanno o vanno via. Sarà vero? Noi speriamo di sì, che questa volta sia finito il balletto. Perché è inaccettabile che ci siano Comuni con una percentuale ridicola di raccolta differenziata, nonostante i tanti soldi spesi.
Comunque sia, il problema va risolto. Illusorio pensare che basti la sola differenziata. Temiamo, però, che adesso si apra una guerra di nervi. Fra sindaci e Regione. Siamo sicuri che i primi adempiranno a tutte le richieste senza colpo ferire? E siamo sicuri che la Regione farà partire sanzioni e ordini di decadenza? I Comuni sono già partiti al contrattacco, non accettano di diventare il capro espiatorio «per colpa di chi non ha fatto piani veri».
Dall’altra parte la Regione che si dice stanca dei flop dei Comuni. La guerra è solo all’inizio. E per dirimerla da tempo vediamo un’unica soluzione: un commissariamento «vero». Non alla siciliana. La soluzione deve arrivare da oltre Stretto, estranea e impermeabile da possibili logiche speculari e clientelari, di autarchica bottega. Contro l’olezzo inconfondibile della «pittoresca monnezza» per le strade.
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