Una unione solida ed esaltante, il saluto del direttore a Giovanni Pepi che lascia il giornale
Caro Giovanni, grazie per quanto hai dato al nostro giornale. Un grande contributo di professionalità, passione, sacrificio, affetto. Grazie per i tuoi consigli, gli stimoli, i suggerimenti che hanno consentito a me, uomo di numeri, di calarmi nel ruolo di direttore. Trentaquattro anni di collaborazione e di governo sono stati un tempo lunghissimo, pur nei centocinquantasette anni di storia del Giornale di Sicilia. La nostra unione è stata solida, esaltante, a volte problematica e litigiosa come ogni rapporto che si protrae così a lungo nel tempo. Ma le nuvole lasciavano subito posto al sole. Oggi vorrei richiamare alla nostra mente le sue origini. Eravamo alla fine del lontano 1982, cercavamo chi sostituisse il direttore Fausto De Luca colpito da un male incurabile. Scegliemmo Pino Geraci, grande giornalista, che per motivi familiari rinunciò. Non avevamo tempo. Mio cugino Piero Pirri, allora consigliere delegato, mi chiese di fare per breve tempo il direttore con te come vice direttore responsabile, accettai. Questo breve tempo è durato trentaquattro anni nei quali si sono succeduti periodi di grandi successi del nostro giornale. L’economia tirava, le vendite volavano, la pubblicità cresceva a due cifre, il colore, le nuove tecnologie, la nuova grafica, il nuovo formato. Tutto ciò ci esaltava e ci portava a cercare nuovi obiettivi da raggiungere: più edizioni, più pagine, maggiore qualità, più grandi firme. Poi però arrivò la grande crisi della fine degli anni Ottanta che ci costrinse a ridimensionarci con immediatezza per sopravvivere. Tempi durissimi, con il crollo verticale della pubblicità dovemmo ridurre le pagine, prepensionare poligrafici e giornalisti. Furono otto anni di sacrifici e di delusioni, ma finalmente finì. Ripartimmo. Nuovi progetti, nuove speranze, ottimi risultati alimentati da risorse crescenti. Ma dopo dieci anni di serenità e soddisfazioni ecco arrivare una crisi economica ancor più devastante e lunga a distruggere certezze e ad alimentare paure. Questa crisi si è incrociata però con l’avvento del fenomeno internet. Inarrestabile, invasivo, globale, tecnologico, senza regole, giovane, immediato, che in poco tempo ha conquistato il mercato pubblicitario ed i lettori della carta stampata. Un cambio epocale. Che noi stiamo cercando di metabolizzare ed utilizzare per ritornare a crescere e, per farlo, riteniamo anche necessaria la creazione di sinergie tra mezzi diversi. Questa è la sfida che dobbiamo affrontare, e che affronteremo con l’entusiasmo, le idee e la volontà di Marco Romano, nuovo e giovane vice direttore responsabile, che saranno sicuramente contagiose e stimolanti per raggiungere il successo. Caro Giovanni, tutti noi - gli editori, gli amministratori, i dirigenti, i giornalisti, i poligrafici, i lettori - auguriamo a te ed ai tuoi familiari prosperità e serenità. Con immutato affetto.