Giovedì 19 Dicembre 2024

Il coraggio della verità di Francesco

Per nulla scoraggiato dalle incomprensioni di una parte consistente dello stesso mondo cattolico, Papa Francesco continua imperterrito nella sua opera di rinnovamento dell’immagine che la Chiesa ha e dà di se stessa al mondo. Ma la sua è una «rivoluzione» che non è affatto una rottura con la tradizione, anzi mira a riscoprirne le sorgenti più profonde e a volte coperte dall’abitudine. Anche la sua omelia nella messa della notte di Natale e il suo discorso alla benedizione «urbi et orbi» del 25 dicembre sono stati improntati a questo stile diretto, coinvolgente, volto a far percepire a tutti, cattolici o no, la possente carica umana che traspare dal Vangelo, rendendolo attuale sia per i singoli che per tutta la collettività. In una civiltà «laica» che tende a confinare la dimensione religiosa nell’intimo delle coscienze e considera una prevaricazione ogni sua pretesa di valere anche nella sfera pubblica, Francesco sta cercando di far capire alla gente che essere cristiani non può essere solo un fatto «privato», puramente interiore e devozionale, ma esige un nuovo approccio all’ambito relazionale e una trasformazione profonda dell’intera società. Perciò, paradossalmente, in un momento in cui la politica sembra avvitarsi su se stessa - in Italia, ma anche in Europa e nel resto del pianeta, come evidenziano le guerre incessanti e le ingiustizie terribili che lo devastano – la sola voce che risuona carica di speranza, prospettando un radicale cambiamento, è quello di un’istituzione come la Chiesa cattolica, che molti consideravano emblema della conservazione. Questa nuova rilevanza «politica» non è volta, però, a rivendicare la conformità delle leggi civili a «valori non negoziabili», sulla scia delle estenuanti battaglie combattute in questi anni nel nostro paese.  

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