Approvata la legge elettorale e, magari, varata pure la riforma del Senato, gli italiani vorrebbero tornare alle urne. «A chiedere il voto anticipato sono soprattutto quelle fasce di popolazione che stanno soffrendo maggiormente la crisi: operai, impiegati e disoccupati ma anche piccoli imprenditori», afferma il sondaggista Nando Pagnoncelli, amministratore delegato dell'istituto «Ipsos» e volto della trasmissione "Dimartedì" condotta da Giovanni Floris su «La 7». Pagnoncelli, nella sua rubrica «Scenari» che cura per il Corriere della Sera, ha sottolineato ieri come soltanto il 25 per cento degli intervistati sia disponibile ad aspettare il 2018, scadenza naturale della legistatura. Il 35 per cento, invece, preferirebbe votare appena entrato in vigore Italicum, il 27 chiede di abbinare nuovo sistema elettorale e tramonto del «bicameralismo perfetto».
Voglia di elezioni soprattutto nel Meridione, dove la crisi "morde" più che altrove?
«No, non notiamo variazioni importanti nelle diverse aree del Paese. Tra quanti chiedono di votare subito dopo l'approvazione dell'Italicum, la punta più alta si registra nel Nord-Est con il 37,3 per cento, mentre al Sud e nelle Isole ci attestiamo al 35,8. Il punto più basso, 32 per cento, lo abbiamo nelle cosiddette regioni rosse. Cioè Emilia, Umbria, Marche e Toscana».
Cosa si spera di ottenere con un nuovo Parlamento?
«La speranza implicita è che un cambiamento possa produrre un miglioramento delle condizioni del Paese. Non è casuale, peraltro, che questa richiesta venga in primo luogo dai soggetti più esposti alla mancanza di crescita economica. Come, appunto, i piccoli imprenditori».
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