Il presidente della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, lo aveva dichiarato proprio ieri a questo Giornale: la situazione dei conti regionali è così grave da mettere a rischio gli equilibri di bilancio.
Non erano passate che poche ore, quando è stata diffusa la notizia di un nuovo mutuo di due miliardi di euro per fronteggiare i debiti della sanità siciliana.
Come si può leggere in cronaca, la verifica dei conti fatta al ministero dell'Economia non ha retto; sicchè - si scopre ora - la Regione deve ancora saldare debiti della sanità per almeno 1,8 miliardi di euro. La richiesta di un mutuo da due miliardi deve quindi intendersi come «una stima prudenziale del fabbisogno». Inutile dire che, per dare copertura alle rate, resteranno inalterate per i prossimi 30 anni le aliquote dell'Irap e dell'addizionale Irpef, già innalzate al massimo consentito negli anni scorsi.
Non c'è giorno nel quale autorevoli esponenti del Governo regionale non rassicurino l'opinione pubblica sull'impegno rigoroso ad evitare qualunque forma di macelleria sociale; peccato che nessuno abbia mai pensato a salvarci dalla macelleria fiscale!
La Regione per fronteggiare le spese potrebbe battere due strade: ridurre le spese o indebitarsi; questa seconda strada (nuovi debiti) risulta più facilmente percorribile, perché scarica sul futuro e sulla collettività costi che altrimenti dovrebbero abbattersi nell'immediato e sulle note consorterie.
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