La flessibilità entra finalmente nella stanze blindate della burocrazia regionale. O almeno si spera. La Regione, infatti, ha accolto la norma nazionale che consente la mobilità del personale entro 50 km. Il presidente Crocetta ha recepito la riforma con un atto amministrativo che, neanche a dirlo, è stato immediatamente contestato dai sindacati. Senza la consueta durezza, però, a dimostrazione di quanto sia impopolare la difesa trincerata della poltrona fissa dei burocrati. Così le confederazioni non hanno chiesto l'abolizione della circolare ma semplicemente uno sconto. Anziché 50 km propongono il dimezzamento: 25 km perché la benzina è cara e i trasporti pubblici in Sicilia non brillano per rapidità ed efficienza (per non parlare dei costi). Un pentimento a metà quello dei sindacati o una novità effettiva? Il dubbio resta dal momento che l'istituto dell'interpello, come uno zombie, è un morto vivente. C'è ancora o no? È fuor di dubbio che se la garanzia della inamovibilità resta, la circolare di Crocetta si trasforma da diktat in esercizio di stile. A chiarire che si tratta di una svolta ha provveduto Mariella Lo Bello, assessore alla Formazione e, soprattutto, vice presidente della Regione. Nell'intervista che pubblichiamo a pagina 2 è perentoria: la concertazione non è sinonimo di paralisi. Il governo ascolterà i sindacati ma poi deciderà in autonomia. Un discorso di questo genere in Sicilia non si era mai sentito. Tanto più stupefacente perché la Lo Bello vanta un passato di sindacalista come segretario Cgil di Agrigento. Proprio perché tanto coraggiosa, la sua posizione va sostenuta e appoggiata con convinzione. A condizione che non siano parole al vento.