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Ardizzone: «C’è un’emergenza Province, varare la riforma»

"Se venisse abrogato il Commissario dello Stato, ci sarà una valutazione politica del governo di Roma. Sarà un vantaggio?"

PALERMO. Spinge per risolvere al più presto l’impasse in cui sono piombate le Province, avverte dei rischi che possono nascere se verrà soppressa la figura del Commissario dello Stato e rimanda il giudizio sul nuovo governo. Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars, legge la nuova fase politica alla luce delle emergenze che governo e Parlamento saranno chiamati ad affrontare a breve.
Crocetta parla di una fase nuova. Quali provvedimenti dovrebbe portare all’Ars con priorità?
«La prima emergenza da risolvere riguarda il governo delle vecchie Province. Al di là della riforma organica, siamo in uno stato di incertezza perchè i commissari ad acta che il governo ha nominato in attesa di approvare la norma che permette di tornare ai commissari straordinari hanno poteri molto limitati. C’è un problema di rappresentanza legale dell’ente che va chiarito subito».
Poi si dovrà finalmente affrontare l’ultimo atto della riforma. Ancora oggi ci sono due testi, uno del governo che lavora a una propria regolamentazione e l’altro promosso da lei che punta al recepimento della Delrio. Quale andrà avanti?
«In realtà non sono molto diversi. E bisogna iniziare col dire che la riforma Delrio, essendo di natura economica-sociale, è applicabile in Sicilia. La vera differenza fra i due testi è nella governance che si prevede per le città metropolitane e per i liberi consorzi. Delrio assegna la guida delle città metropolitane automaticamente ai sindaci dei capoluoghi mentre una parte autorevole del Parlamento regionale propone l’elezione diretta. Poi c’è il problema delle funzioni e dei confini. Il testo di Delrio, a cui si ispira quello maturato all’Ars, armonizza i confini dei liberi consorzi con quelli delle vecchie Province e dà in seguito la possibilità di staccarsi. Infine, nel testo maturato all’Ars le funzioni sono quelle previste dalla vecchia legge che ha dato vita alle Province a cui si aggiunge un recepimento automatico di quelle che lo Stato attribuirà con la propria riforma. Ma si può arrivare a una mediazione fra il testo del governo regionale e quello dell’Ars».

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2 Commenti

antonio

05/11/2014 10:19

Ardizzone dimentica di dire, però, che la Del Rio le province le taglia, e di parecchio pure. Mentre in Sicilia si vorrebbero conservare, con le 3 aree metropolitane, anche le rimanenti 6 ex province. I politici, lo vorrebbero, mentre i cittadini siciliani non ne vogliono sapere. E poi la 'Del Rio' non parla nemmeno di 'province', ma di aree vaste. In Sicilia le abbiamo già da secoli: Val di Mazara ( Palermo ) Val di Noto ( oggi distretto del Sud-Est - Catania ) Valdemone ( la maxi ex provincia di Messina ). Teniamoci quelli, che bastano ed avanzano.

Lino

05/11/2014 10:29

Ma a che servono le province? Se le loro attuali competenze venissero distribuite tra i comuni e la Regione, si potrebbero risparmiare tante ... poltrone. O no?

antonio

05/11/2014 13:48

Il problema sono proprio le poltrone. Ai politici servono.

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