PALERMO. Le donne che si prostituiscono in Italia non diventano vittime di giri gestiti da criminali una volta arrivate nel nostro territorio. «Partono dai loro paesi, dalla Nigeria o dalla Libia, già da schiave»: è crudo, drammatico, lo scenario disegnato da Laura Vaccaro, dal 1998 sostituto procuratore a Palermo, dove si è occupata di mafia ma anche di migranti e fasce deboli. La Vaccaro, che nei prossimi giorni andrà a guidare la procura dei minori a Caltanissetta, è un magistrato che da anni collabora con Organizzazioni non governative ed associazioni sensibili ai temi di donne, ragazzi e ragazze in situazioni estreme.
Dottoressa Vaccaro, lei parla di una realtà che spesso sfugge agli occhi di chi non si occupa in prima persona di queste realtà...
«È così: mi risulta per la mia esperienza professionale e per i contatti con le Ong che lavorano nel settore. Queste ragazze non diventano vittime delle organizzazioni appena arrivano in Sicilia. No. Sono già state irretite dalle organizzazioni che gestiscono pure i viaggi della speranza delle donne che poi si vedono lungo i marciapiedi delle strade delle nostre città. Ma c’è di più...».
Dica, dottoressa...
«Questa gente gestisce anche le loro gravidanze. Le rendono gravide in modo che, appena arrivano in Italia, possano in qualche modo essere beneficiarie di provvedimenti che le consentano di restare nel territorio. Ho saputo di donne che sono state costrette a prostituirsi, in Libia ad esempio, per poi potersi pagare il viaggio verso l’Italia. E quando arrivano in Sicilia sono inserite in organizzazioni già esistenti che contattano grazie a riferimenti forniti loro prima che inizi il viaggio. Chi gestisce il tutto sa quando queste donne partono e quando e dove arrivano. Dietro queste donne ci sono storie familiari di paura, ricatti e minacce. Mi è capitato di occuparmi di una prostituta che ha denunciato la donna che la schiavizzava dopo averla sottoposta a un rito vudù. Questa giovane ragazza nigeriana temeva che i suoi familiari potessero subire ritorsioni se lei si fosse rifiutata di continuare a prostituirsi».
L'INTERVISTA INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia