«Sì, Roma c’è in questo governo. E in fondo non è un male che la nuova giunta diventi lo strumento per responsabilizzare il governo nazionale sulle emergenze della Regione. C’è bisogno di un rapporto stretto»: Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, parla a 24 ore dalla nascita del Crocetta ter e annuncia un nuovo corso nei rapporti fra partiti e Palazzo d’Orleans. Quello appena nato si può definire un governo di legislatura? «Deve essere un governo di legislatura. Ma soprattutto deve essere un governo per la Sicilia. Smentiamo l’idea che il problema con Crocetta fosse legato a correnti o sottogoverno. Abbiamo condotto una battaglia per dare un governo nuovo alla Sicilia, che sia all’altezza di un compito difficilissimo». Quale? «Dovrà traghettare la Regione nella fase storica probabilmente più difficile. L’Autonomia è sotto un doppio attacco: vengono tolte risorse e le vengono addebitati sperperi. Si cerca di far passare la Regione come un luogo degli sprechi, con qualche ragione». Secondo lei questo legittima i timori di un commissariamento? «Non so se ci sia mai stato il tema del commissariamento. So che non ci sarà in futuro. L’impegno del governo nazionale in questa fase cancella ogni discussione». Ma è possibile leggere la scelta di un assessore all’Economia proveniente da Roma come un commissariamento politico? «Non conosco Alessandro Baccei. Chi lo ha scelto non ne ha discusso con me. Non è espressione del Pd ma del governo nazionale. Ma vedo questa scelta come una responsabilizzazione del governo nazionale. Questa è la fase in cui tutti siamo chiamati alla corresponsabilità con l’obiettivo di salvaguardare e rilanciare l’Autonomia». L’INTERVISTA INTEGRALE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA