«Esistono regole da rispettare in Europa, ci siamo impegnati a farlo. All’Italia è stato chiesto di ridurre annualmente dello 0,7 il deficit strutturale, adesso siamo arrivati allo 0,3. Ci sono venuti incontro, vista la condizione di recessione e disoccupazione: non è uno scherzo. Adesso, però, dobbiamo fare le riforme». Adriana Cerretelli, editorialista del «Sole 24 Ore», per anni corrispondente del quotidiano economico da Bruxelles, invita a non banalizzare il braccio di ferro tra Governo italiano e Commissione europea sulla nostra legge di stabilità. Insomma, non è solo questione di uno «zero virgola». Alla fine, sembra che la Ue concederà uno "sconto" al nostro Paese. Sta passando l'idea che di rigore si può pure morire? «Bruxelles sicuramente riconosce che in questo momento la condizione economica è negativa, sfavorevole, e per questo concede più flessibilità. Quello sconto, che poi tale non è perché si tratta solamente di un’interpretazione flessibile delle regole, comporta però serietà. Si tende ad alleggerire la pressione sul rigore fiscale ma esclusivamente per favorire l’attuazione delle riforme che vengono ritenute il vero motore del rilancio. Insomma, c’è una logica in tutto questo». «Serietà», appunto. Governo e Parlamento stanno davvero inerpicandosi sulla strada delle riforme, o si fermeranno agli annunci? «Penso che si stia provando a fare una seria politica di riforme. Conosco, però, il nostro Paese e le resistenze enormi che vi sono a tutti i livelli, dalla Pubblica amministrazione ai sindacati: d’altronde la Cgil ha indetto uno sciopero nazionale. Non si può, comunque, pensare che gli europei siano disposti a tollerare tutte le nostre deviazioni. Per adesso, ci vengono ancora incontro ma non sarà così per sempre». L’INTERVISTA INTEGRALE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA