«Barroso come D'Alema: nell'ottica di Renzi entrambi sono da rottamare». Una battuta d'effetto quella che per descrivere la situazione utilizza Mattia Feltri, editorialista de “La Stampa” e osservatore attento delle vicende della politica italiana.
L’equivalenza fra Barroso e D’Alema non l’aveva fatta nessuno finora. Renzi dopo aver rottamato il Pd e buona parte della politica italiana sta marciando su Bruxelles?
«Le cose che sta facendo mi sembrano chiare. Lui ha un format in testa e lo sta utilizzando in tutti gli ambienti nei quali si trova ad operare. In Italia come in Europa».
E qual è questo format?
«Il ritorno della politica. Se proviamo a riavvolgere il film degli ultimi sei mesi è questa la scena dominante. Se leggiamo gli avvenimenti avendo questo riferimento tutto diventa più semplice da capire».
Vediamo questo film?
«Renzi subentra a Letta in primavera. È vero che non è stato eletto e la sua è un'operazione che porta il sigillo del Capo dello Stato. Però in poco più di sei mesi ha totalmente ribaltato la situazione».
In che modo?
«Oggi Renzi è molto più forte di Napolitano. Un cambio importante nelle dinamiche della politica italiana. Dal 2011 in avanti è stato il Quirinale il centro della vita politica del Paese. Dalla nomina di Monti fino all'arrivo dell'ex sindaco di Firenze tutti i giochi sono stati fatti al Quirinale. I partiti annichiliti. Al punto tale che, l'anno scorso tutti insieme in pellegrinaggio sono andati dal Presidente della Repubblica pregandolo di accettare il secondo mandato».
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