Manca all'appello il 35% delle risorse regionali. Chiudere il bilancio 2014 sarà un bel problema, mentre quello del 2015 potrebbe diventare un dramma. Che cosa accade alla Regione Siciliana dove l'equilibrio tra entrate ed uscite è pregiudicato da tempo? È stata messa in atto la tecnica del «gioco delle tre carte». Si tratta di una «sofisticata» metodica che poggia sul rinvio dei pagamenti e sulla «distrazione» di risorse, cambiando la destinazione.
Manca all'appello il 35% delle risorse regionali. Chiudere il bilancio 2014 sarà un bel problema, mentre quello del 2015 potrebbe diventare un dramma. Che cosa accade in una famiglia se il reddito dei suoi componenti si dimezza? In alternativa alla bancarotta, si mette mano ad una radicale riduzione delle spese. Che cosa accade alla Regione Siciliana, dove l'equilibrio tra entrate ed uscite è pregiudicato da tempo? Si è forse avviata una seria rivisitazione delle spese al fine di eliminare quelle improduttive? Niente di tutto questo. È stata messa in atto invece una tecnica, della quale non esiste neppure traccia nei manuali di contabilità pubblica: il «gioco delle tre carte». Si tratta di una «sofisticata» metodica che poggia sul rinvio dei pagamenti e sulla «distrazione» di risorse, cambiando la destinazione. Per meglio inquadrare quello che è successo, può essere sufficiente ricordare che nel 2008 la spesa corrente della Regione ammontava a circa 20 miliardi di euro all'anno, mentre nel 2012 si è ridotta a 15 miliardi di euro. Nei due anni successivi, il 2013 ed il 2014, l'ulteriore contrazione è stimabile in circa due miliardi di euro. In definitiva, è venuto meno al circuito regionale il 35% delle risorse finanziarie. Ed in un'Isola, regione-dipendente qual è la nostra, tutto questo non può passare in maniera indolore.
ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA
Caricamento commenti
Commenta la notizia