«Nessuna chiusura, anzi dalla relazione finale emergono i primi segnali di cambiamento». Secondo don Carmelo Torcivia, docente di Teologia Pastorale nella Facoltà Teologica di Sicilia, gli esiti del Sinodo non devono deludere chi attendeva una maggiore apertura della Chiesa sulle unioni omosessuali e sulla possibilità per i divorziati risposati di accedere ai sacramenti: «Avere già mosso la Chiesa ad affrontare questi temi e avere determinato un clima di accoglienza è un obiettivo raggiunto». Il teologo, che guida la comunità Kairos che ha raccolto le proprie riflessioni su questi argomenti in un libro, pone come punto di riferimento che dia risposte definitive il secondo Sinodo convocato nell'ottobre 2015: «Il documento che sarà prodotto in quell'occasione darà soluzioni. Ormai si è mosso un tale processo che non si può che arrivare a determinazioni concrete. Ci si arriverà insieme con tutta la chiesa e quest'anno serve a noi cristiani per discutere di tutte queste cose».
Qual è il suo giudizio sulla relazione del Sinodo?
«Il mio giudizio è molto positivo. Anzitutto, perché è stato un sinodo veramente ecclesiale ed era da tanto tempo che non si realizzava qualcosa del genere. Il Papa ha chiesto ai padri sinodali di parlare con estrema chiarezza, di dire tutto quello che pensavano e che ci fosse un clima di profondo ascolto degli uni per gli altri. Questo si è realizzato ed è un gran bene. Ciò permette che nessun membro del Sinodo e nessun cristiano si senta escluso da questo dibattito».
Accoglienza per omosessuali e divorziati risposati, ma ancora nessuna apertura concreta...
«Teniamo presente che questa è una prima fase. Perché poi l’anno prossimo sarà il momento più importante, e si vedrà quello che il Sinodo ha prodotto. Attualmente il Sinodo ha trovato soprattutto nella relazione finale un momento di sintesi. Le due proposizioni di dare la comunione ai divorziati risposati e quella che parlava del rispetto profondo e di accoglienza per le coppie omosessuali non hanno ricevuto i due terzi dei consensi, però, hanno ricevuto la maggioranza. Non ci troviamo di fronte a proposizioni che sono state bocciate. È il caso di parlare di una logica di cambiamento che il Papa vuole favorire con un'idea che non è quella di togliere ciò che siamo stati fino a ora, ma un'idea di continuità. Così noi come Chiesa dobbiamo raggiungere tutti insieme alcuni punti qualificanti. Quindi, l'importante è mettere in moto questi processi e poi il tempo ne darà ragione».
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