ROMA. "Un giorno normale, per il diritto all'amore", lo definisce Ignazio Marino. Ma il sindaco di Roma segna una giornata particolare registrando sedici matrimoni omosessuali celebrati all'estero, nei Paesi dove sono previsti. E scatena una selva di reazioni pro e contro il suo gesto simbolico, mentre il prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro ammonisce: "Cancelli le trascrizioni o ci sarà l'annullamento", come disposto dal ministro Alfano. "Una scelta ideologica", "un affronto istituzionale senza precedenti", "una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico", attacca la diocesi di Roma. "Una arbitraria presunzione", secondo la Conferenza episcopale italiana (Cei), "inaccettabile", per di più "proprio a Roma in questi giorni" di Sinodo della famiglia. "La firma di Marino non può sostituire la legge - commenta Alfano - ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie".
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