Lunedì 23 Dicembre 2024

Giannino: «Fondi alle imprese per ripartire ma la vera sfida saranno i tagli»

La legge di stabilità varata da Renzi e Padoan è una sfida. Una sfida al Parlamento che la deve approvare, una sfida ai mercati che la devono digerire, una sfida alla Ue che dovrà esprimere un giudizio definitivo. E' questa l'opinione espressa da Oscar Giannino, giornalista, scrittore, conduttore tv. Cominciamo dall'Europa che sembra lo scoglio più difficile. Che cosa prevede? «La scommessa di Renzi e Padoan è la Francia che sta peggio di noi. Un bell'alibi ma il problema resta. Non a caso il governo si tiene a disposizione un fondo di riserva quantificato in 3,4 miliardi di euro. Sono il lubrificante per ammorbidire le obiezioni di Bruxelles. Servirà a convincere i partners della serietà delle promesse, visto che ben 11 miliardi dei 36 previsti dalla manovra sono finanziati in deficit. Se non basterà neanche il fondo di riserva, Renzi e Padoan dovranno tener duro e dire ai soci dell'Euroclub che sbagliano». Non sarà semplicissimo: già si vedono le facce feroci di Bruxelles. «La linea deficista in Italia è condivisa se non addirittura invocata da tutti. Questo significa che in Parlamento la manovra non avrà difficoltà. Bruxelles si opporrà? Vediamo. La scommessa è il ritorno delle imprese ad assumere e a investire. Per questo la manovra è cresciuta nei giorni. Domenica Renzi ha convinto Padoan della necessità di aggiungere ai 10 miliardi necessari al bonus di 80 euro, anche i 5 di totale abbattimento della componente Irap che tassa gli occupati (e che le imprese pagano anche quando sono in perdita), e i quasi 2 miliardi necessari per l'azzeramento dei contributi per tre anni ai nuovi assunti. Va riconosciuto che l'intervento sull'Irap è una scelta pro-crescita senza precedenti, con l'eccezione del taglio di 7,5 miliardi di cuneo fiscale da parte di Prodi nel 2007». Veniamo ai tagli di spesa. Secondo molto osservatori è solo nebbia: qual è il suo pensiero? «Vediamo: mentre i quattro miliardi di risparmi dei ministeri sono credibili, e altrettanto i tre da procedure centralizzate sugli acquisti, i sei da Regioni, Comuni e Province sommati sono invece tutti da verificare». L'INTERVISTA INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA

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