«Per contrastare l'epidemia di Ebola, l'Unione Europea si è molto concentrata sulle misure di controllo sia negli aeroporti, che verranno adesso intensificati, sia nelle zone di frontiera. Si deve anche procedere, però, con un'attenta campagna di sensibilizzazione dei cittadini sui rischi». Giovanni La Via, il presidente della commissione Salute pubblica dell'Europarlamento, incontrerà stamattina a Bruxelles il rappresentante dell'Organizzazione mondiale della Sanità presso la UE, Roberto Bertollini. Si parlerà anche di prevenzione: «Il virus non viene trasmesso per via aerea - spiega La Via - ma attraverso lo scambio di fluidi corporei. L'infezione può, quindi, essere evitata con normali misure di cautela».
Ebola, intanto, ha colpito in Spagna. Lei ritiene che sia ancora possibile parlare di basso rischio di contagio nei Paesi dell'Unione?
«Devo dire che non è sbagliato parlare di basso rischio. Il virus sia per le modalità di trasmissione che per la qualità dei nostri sistemi sanitari non rischia di diffondersi nel nostro continente, anche se ovviamente non è possibile evitare casi singoli come l'ultimo, dovuto tra l'altro a imperizie nell'ambito del sistema sanitario spagnolo».
Almeno 3 mila vittime, sinora. In una risoluzione, alcuni europarlamentari hanno definito questa epidemia "la maggiore di tutti i tempi per numero di casi e per copertura geografica". È proprio così?
«È sicuramente l'epidemia maggiore dei tempi recenti, le previsioni dell'Oms parlano di un numero di morti tra i 20 e i 40 mila. Abbiamo predisposto una task force per una risposta coordinata di livello europeo e mondiale grazie alla quale è e sarà possibile compiere un'azione su due livelli, sia risolutiva che di contenimento dell'epidemia».
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