Giornata molto difficile sui mercati europei. Quello di Piazza Affari è stato il peggior listino dell’Unione con un calo del 4%. In caduta anche la Spagna (-3,1%) a conferma che l’orlo meridionale dell’Europa è sempre il focolaio dell’emergenza. Lo scontro fra Francia e Germania sta provocando reazioni che meritano una attenta riflessione. Per l’euro si tratta di uno scenario inedito.
Gli equilibri a Bruxelles poggiano sull'asse Berlino-Parigi. La moneta unica è nata sull'intesa tra Mitterrand e Khol. Da allora è sempre andata così. Basta ricordare il sorrisetto ironico su Berlusconi che si scambiarono la Merkel e Sarkozy a Cannes nel 2011. Si capisce così lo sconcerto provocato sui mercati dallo scontro tra Hollande e la Merkel. È come se l'Europa avesse perso il nord cui far riferimento. Né, stavolta, è bastato l'intervento di Draghi.
Due anni aveva fermato l'uragano minacciando la speculazione: «Faremo tutto quello che serve per salvare l'euro e vi assicuro che non è poco». Nessuno ebbe il coraggio di sfidare la Bce. Ieri non è andata così. Gli interventi che ha annunciato riguardano soprattutto le banche. Gli abs e i covered bond che acquisterà per mille miliardi nei prossimi due anni sono dei derivati che non circolano sul mercato. Acquistandoli Draghi darà liquidità al sistema creditizio nella speranza che poi questi soldi vengano poi utilizzati per finanziare famiglie e imprese. Ipotesi che, purtroppo, il calo dei consumi rende remota.
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